B-Movies e Cinema Trash


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[News] Recensione di DeathStalker

Il guerriero e fuori-legge conosciuto come Deathstalker si ritrova coinvolto da una vecchia strega nella missione di trovare e unire i tre poteri della creazione: un calice, un amuleto e una spada. Anche il mago malvagio Munkar li desidera e ne posside già due usandoli per scopi nefasti. Dopo aver ritrovato la spada, Deathstalker si unisce ad altri viaggiatori diretti ad un grande torneo fra guerrieri indetto da Munkar stesso per determinare il suo erede. Il mago si è infatti impossessato del regno detenendo la vera principessa prigioniera e pianifica di uccidere Deathstalker. L'eroe si ritroverà così a combattere per salvare le principessa e liberare il regno...

Film di genere Sword&Sorcery, primo di una sfortunata serie di quattro pellicole. Vedemmo i primi due film in una serata che presuntuosamente appellammo col titolo di "Maratona Deathstalker" (come se per fare una maratona bastassero due film, suvvia) e il secondo ci dette molta soddisfazione - un po' meno il primo, di cui ho appena postato la recensione, che ha pretese di essere più epico ma riesce solo a essere più scialbo - almeno DeathStalker 2 non si prendeva sul serio e ci ha fatto sgansciare dalle risate in più occasioni. Senza contare che nel secondo c'erano anche gli zombie. Certo, nel primo film c'era l'Omino che Gira (che potete ammirare in fondo alla recensione) ma nel secondo hanno avuto la brillante idea di... riutilizzare la stessa scena, per cui da questo punto di vista sono pari.

L'enorme quantità di procaci donzelle seminude rimane immutata da un film all'altro se non altro.
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Per il futuro: onestamente penserei che con l'avvento ormai prossimo di Settembre sia possibile ricominciare a sfornare recensioni a pieno ritmo, anche se devo parlarne un po' più approfondiatmente con gli altri due. Stavolta la mia sarà anticipata al 20, visto che il 30 settembre sarò forse occupato a spendere tutto quello che ho guadagnato in due duri mesi di lavoro chicaghese in quel di Las Vegas, o forse sperduto nei deserti dell'Ariziona. Penserei che il CapitAno possa essere in grado di produrre qualcosa intorno al 10 e il Drugo intorno al 30, ma è ancora tutto da definire.

DeathStalker


Regia: James Sbardellati

Genere: Sword & Sorcery

Produzione: USA/Argentina 1983

Durata: 80'

Cast: Rick Hill, Barbi Benton, Richard Brooker, Lana Clarkson, Victor Bo, Bernard Erhard, August Larreta, Lillian Ker, Marcos Woinsky, Adrian De Piero, George Sorvic, Boy Olmi, Horace Marassi, Patrick Duggan, Maria Fournery

Trama: Il guerriero e fuori-legge conosciuto come Deathstalker si ritrova coinvolto da una vecchia strega nella missione di trovare e unire i tre poteri della creazione: un calice, un amuleto e una spada. Anche il mago malvagio Munkar li desidera e ne posside già due usandoli per scopi nefasti. Dopo aver ritrovato la spada, Deathstalker si unisce ad altri viaggiatori diretti ad un grande torneo fra guerrieri indetto da Munkar stesso per determinare il suo erede. Il mago si è infatti impossessato del regno detenendo la vera principessa prigioniera e pianifica di uccidere Deathstalker. L'eroe si ritroverà così a combattere per salvare le principessa e liberare il regno...

Opinione del Club: Il 1982 è l'anno di uscita di "Conan il Barbaro", il famoso film con Arnold Schwarzenegger che ricordò al grande pubblico l'esistenza del genere così detto "Sword and Sorcery". Era solo questione di tempo prima che cominciassero a fioccare imitazioni di più o meno valide.

Questo film è una delle prime, ed è la prima di quattro pellicole che narrano l'epopea di DeathStalker, che in questo film è un barbaro biondo e muscoloso dall'animo nobile che ricorda molto lo stesso Conan. Dico "in questa pellicola" perché nelle successive l'attore che interpretava il protagonista è più volte cambiato, e la connotazione del personaggio è stata a sua volta stravolta per adattarsi alle caratteristiche del nuovo attore. Lo stesso filone ha partorito anche una serie spin-off ("The Barbarian Queen") con all'attivo due film. Ma veniamo alla pellicola in quanto tale.

Siamo stati attratti da questo film sull'onda di un paio di pellicole come "The Barbarians" di Ruggero Deodato e "The Barbarian Queen", che avevamo visto poco prima. Finora il genere ci aveva donato trame semplici ma efficaci, costumi notevolmente artigianali, cattivi bizzarri e malvagi e soprattutto una notevole quantità di sboldre seminude, che non guasta mai. DeathStalker conserva molti di questi elementi, ma è indubbiamente inferiore a entrambi film precedenti: intanto i tampi narrativi sono peggio sistemati, cosicché il film risulta a tratti leggermente noioso e in generale un po'scialbo. Inoltre la trama è incredibilmente semplicistica (sta in un rigo: "raccogli tre artefatti magici e uccidi lo stregone malvagio") e soprattutto molto carente "a monte": in una delle scene iniziali, una fastidiosissima vecchia dice a DeathStalker di trovare i tre artefatti magici e uccidere il malvagio Munkar; lui risponde comprensibilmente che non ha nessuno motivo di farlo, manda in culo la vecchia e... Ovviamente parte subito alla ricerca del primo dei tre artefatti.

Il protagonista stesso peraltro non è certo un personaggio carismatico capace catturare l'attenzione su di sé in modo da "far dimenticare" allo spettatore le altre carenze del film: parla poco, agisce in modo prevedibile, incarnando perfettamente lo stereotipo del guerriero tutto muscoli e niente cervello e sembrando una copia non troppo ben riuscita di Schwarzy. Anche in "The Barbarians" i protagonisti erano piuttosto piatti, ma perlomeno ogni tanto agivano in modo idiota suscitando la nostra ilarità. Qui neanche questo: si vede che lo scopo era quello di fare un film epico, senza momenti comici che ne rovinassero l'atmosfera, ma non è certo uno scopo raggiunto in pieno.

A parte alcuni momenti che avevano effetivamente un po' di marcio-valore (la scenza in cui Munkar viene definitavemente battuto è uno dei momenti più anitclimatici della storia del cinema, ma citerei anche lo sgherro trasformato in sboldra, la scena dello stuprodromo, la rissa dentro lo stuprodromo e soprattutto i festeggiamenti finali con un misterioso, bellissimo omino che roteava intorno a un palo verticale) il film non si presenta neanche troppo marcio: certo, come è tradizione del genere molti dei costumi erano ai limiti del ridicolo, mentre gli effetti speciali erano piuttosto immondi, senza contare che alcuni dettagli ballerini
ci hanno arrecato gioia (Munkar aveva su una tempia un grosso tatuaggio che si sarà spostato dal lato destro al sinistro o viceversa tre o quattro volte durante il film) ma in definitiva sono guizzi in un film che in generale non ha molto da dire.

L'unica cosa che non delude è la presenza costante di sboldre seminude, ovunque e spesso in modo gratuito, una delle quali è la stessa attrice che interpreterà poi la regina barbarica. Il suo personaggio muore peraltro ingloriosamente poco prima di metà film, con nostro grande sconforto.

Insomma in definitiva un film piuttosto scialbo senza enormi guizzi di marciume, anche se non incredibilmente noioso. Consigliamo molto di più gli altri film della serie, in particolare il secondo che noi abbiamo trovato molto più marcio e divertente!

<The Redmage>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:

Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"La storia era essenzialmente semplice: raccogli i tre artefatti e abbatti lo stregone, purtroppo soffre della tipica forzatura di cui soffre spesso una partita di D&D. Appaiono anche in questo film scene senza senso, poppe a non finire e omini che girano: se non era per gli omini che girano in effetti questo film andava nel dimenticatoio senza tanti rimorsi."
Winter

"Questo film non mi è piaciuto granchè: un po' banalotto, c'è la classica quest contro il mago cattivo e la mia personale amica Barbarian Queen muore senza gloria alla mezz'ora del film, poi il gorillone non è per niente carismatico, hanno provato a farlo troppo uguale all'altro mio personale amico Arnold Schwarzenegger [...] Il problema principale è che [questo film] si prende un po' troppo sul serio, il secondo capitolo è proprio un pezzo avanti."
Capitan Ano

Duro da uccidere

Titolo Originale: Hard to Kill.

Regia: Bruce Malmuth

Genere: Azione

Produzione: USA 1990

Durata: 92'

Cast: Steven Seagal, Kelly LeBrock, William Sadler, Bonnie Burroughs, Charles Boswell, Frederick Coffin, Branscombe Richmond, Andrew Bloch, James DiStefano, Dean Norris, Jerry Dunphy, Zachary Rosencrantz, Robert LaSardo, Geoffrey Bara

Trama: L'agente Mason Storm, integerrimo poliziotto e premuroso padre di famiglia, riesce una sera a procurarsi la registrazione di un colloquio tra alcuni poliziotti corrotti, un pericoloso boss della mafia e il senatore Vernon Trent. Tornato alla sua abitazione nasconde il nastro compromettente e si dedica al figlio e alla moglie, ma poco dopo un gruppo di assassini al soldo di Trent, irrompe e inizia a fare fuoco uccidendo sua moglie. Viene data la notizia che Storm è morto, mentre in realtà questi è in coma in un letto di ospedale, sotto falso nome. Sette anni più tardi, si risveglia e subito fa conoscenza con l'infermiera Andy Stewart ma soprattutto apprende che suo figlio Sonny è vivo. Anche chi lo voleva morto viene a conoscenza però del suo risveglio e tenta più volte di assassinarlo. Storm, determinato a vendicare la morte della moglie, inizia così una guerra contro i suoi carnefici...

Opinione del Club: Steven Seagal, l'eroe dei due mondi, è un integerrimo poliziotto ed un padre di famiglia amorevole, inoltre ha l'abitudine di entrare in alimentari pieni di rapinatori a cui gira le ginocchia ed i colli.

Ahimè, Steven è vittima di un agguato in cui la sua famiglia viene uccisa ed egli cade in coma per lunghi sette anni, durante i quali un'infermiera gli gestisce il look in maniera imbarazzante con pizzo lungo e baffi tipo Fu Manchu.
Mistero della fede: Steven risorge dalle ceneri come la più maestosa delle fenici strabuzzando e mandando in su  gli occhi e dopo una rocambolesca fuga dall'ospedale semi-paralizzato, che va ad anticipare di anni "Kill Bill", Steven si rifugia a casa dell'infermiera dove coraggiosamente si rimette in forze e si prepara a scassare tutto.

Cosa che effettivamente fa, ma solo dopo eccessive indagine troppo lunghe e fondamentalmente inutili per una trama che non interessa a nessuno, la cosa che vogliamo dal nostro eroe è la violenza genuina delle sue tentacolari braccia, ed alla fine siamo soddisfatti di Steven che scatena la sua vendetta dividendo la sana cattiveria tra piombo ed ossa rotte assaltando la magione del politico corrotto che per quanti sgherri possa avere non può far altro che contarli mentre soccombono sotto la furia paleolitica del comatoso Steven, che si riprende da sette anni di riposo forzato in circa sette minuti con bizzarri riti di agopuntura metafisica e testate.
Amorevole Steven quando nella villa del nemico lascia messaggi del tipo "anticipation of death is worst the death himself", per d'ora in poi Steven è definibile anche come Ambasciatore del dio della morte.

In sostanza questo film è assolutamente piacevole con un buon Steven magro ed in formissima essendo questo il suo secondo film, che fu, tra le altre cose, un successo al botteghino nel 1990. Tuttavia ha parecchi tempi morti ed altre volte in cui avremmo voluto vedere più ossa rotte invece ci concede solo poco piombo od ancora un sacco di elucubrazioni per la ricerca dell'assassino della moglie e del figlio, rimane il fatto che l'incontro casuale nell'alimentari è da antologia con una violenza assurda e l'assalto alla villa fanno lacrimare, ma la cosa che realmente abbassa di livello la pellicola è che l'anno primo Steven ha sfondato nel mondo del cinema con il capolavoro Nico e pochi mesi dopo "Hard to Kill" il capolavoro ancora più grosso "Programmato per uccider" con i quali questo film non regge sinceramente il confronto.

In conclusione un film da vedere per il divertimento che offre e per le solite assurdità, ma solo dopo i principali capolavori del maestro Seagal come "Nico", "trappola in alto mare" e "programmato per uccidere".
<Capitan Ano>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:

Livello di Marciume:


Hanno Detto: 
"Sicuramente è un buon film di Steven, senza particolari incongruenze di trama o parti noiose si va direttamente al sodo. Il nostro eroe che spezza arti, da sfoggio delle sue conoscenze di aikido e porta avanti la sua inesorabile vendetta contro i cattivi che gli hanno distrutto l'idillio familiare..."
Il Drugo

"Il film ha tutto quello che ci si può aspettare, dagli arti spezzati a Steven che, dopo anni di coma, torna come prima e anzi piu cattivo nel giro di pochissimo."
Al Pancione

[News] Recensione de La Polizia Incrimina, la Legge Assolve

Il commissario Belli, che indaga su un grosso traffico di droga tra Genova e Marsiglia, nel quale sono implicate due bande rivali, arresta un uomo, "il libanese", che potrebbe rivelarsi prezioso. Ignoti sicari, però uccidono quest'ultimo, per impedirgli di parlare, durante la sua traduzione in questura. Avendo intuito che nell'affare è coinvolto un potente e insospettabile industriale ligure, Belli riesce a convincere il suo più anziano e prudente collega, il commissario-capo Scabino, che su tale individuo ha raccolto già un importante "dossier" (ma gli mancano prove realmente decisive) a consegnarlo a chi di dovere...

Il CapitAno piomba su di noi come ogni mese con un film di un genere che lo entusiasma. Stavolta tocca al poliziottesco: di questa colonna del genere, con un Franco Nero in grande forma sul set e un Enzo G. Castellari inspiegabilmente ottimo alla regia, il nostro buon recensore mi ha parlato in maniera molto positiva in più di un'occasione. Purtroppo quando abbiamo finalmente visto il film nella tradizionale riunione del lunedì sera, io personalmente non c'ero, quindi non posso fare altro che lasciarvi alle pesanti parole del nostro CapitAno!
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La Polizia Incrimina, la Legge Assolve


Regia: Enzo G. Castellari

Genere: Poliziottesco

Produzione: Italia 1973

Durata: 105'

Cast: Franco Nero, James Whitmore, Delia Boccardo, Fernando Rey, Duilio Del Prete, Silvano Tranquilli, Ely Galleani

Trama: Il commissario Belli, che indaga su un grosso traffico di droga tra Genova e Marsiglia, nel quale sono implicate due bande rivali, arresta un uomo, "il libanese", che potrebbe rivelarsi prezioso. Ignoti sicari, però uccidono quest'ultimo, per impedirgli di parlare, durante la sua traduzione in questura. Avendo intuito che nell'affare è coinvolto un potente e insospettabile industriale ligure, Belli riesce a convincere il suo più anziano e prudente collega, il commissario-capo Scabino, che su tale individuo ha raccolto già un importante "dossier" (ma gli mancano prove realmente decisive) a consegnarlo a chi di dovere...

Opinione del Club: Il mio personale amico Enzo G. Castellari, che noi abbiamo amato per la regia di Cipolla Colt, nel 1973 irrompe con questa grande pellicola che può essere definita un pilastro del poliziesco all'italiana.

Franco Nero con inediti baffi biondi ed altrettanti teutonici capelli corre forsennatamente all'inseguimento del “libanese” per i vicoli più luridi del porto di Genova, culminando in un inseguimento in macchina assolutamente splendido, dove il nostro Franco a bordo di una seicento verde della Fiat dà la caccia al corriere della droga che fugge su un' ambulanza della Citroen.

Altro che l'Aston Martin di James Bond.


Alla consegna del ricercato alla questura di Genova un'autobomba fa esplodere il libanese insieme a poliziotti e alla piccola Luisa che giocava lì vicino.

Con queste ruggenti scene si apre questa colonna del cinema italiano, che ha fatto scuola nel filone poliziesco. Non è un caso che il grande Maurizio Merli porti un look uguale a quello di questo Franco Nero nel suo esordio in “Paura in città”. Stile che poi Merli manterrà per tutta la sua scoppiettante carriera finchè non è morto mentre giocava a tennis.

La buona trama, che vede il Commissario Belli combattere contro il traffico di droga che coinvolge Marsiglia e Genova conteso fra il vecchio boss Cafiero ed il potente industriale genovese Griva, costituisce certamente l'importante corpo centrale della pellicola, ma, secondo il mio personalissimo parere che in realtà è quello universale, il film è impreziosito tantissimo da numerosi elementi che portano quest'opera a livelli difficilmente raggiunti da altri polizieschi.

Uno di questi è l'ottima interpretazione di Franco Nero che riesce a trasmettere in pieno il sentimento del poliziotto con il cazzo e le palle girate per non poter aggredire a mano armata la malavita perchè “il poliziotto è un lavoro di merda ovunque ti giri pesti i piedi a qualcuno che conta”. Diverso dallo sbirro pronto a farsi giustizia da solo che farà poi scuola nel genere nelle persone del Commissario di Ferro Maurizio Merli e Luc Merenda, in film come "Roma a mano armata", "Napoli Violenta" e "Milano Trema - la polizia vuole giustizia".

La drammaticità di alcune scene è eccezionale: il Commissario diviso tra l'incazzatura e la disperazione subendo le vendette della mala, logorato dai dubbi sulla corruzione del Commissario capo Scavino, che esterna con la penetrante frase della polizia al servizio del cittadino che conta, che comanda e che paga.Suggestive sono le ambientazioni di Genova con i suoi vicoli, il porto, i raccordi autostradali ed i sobborghi periferici che vanno a comporre la giungla urbana in cui si svolgono le indagini e i malfatti della storia.


Castellari inoltre mette nelle scene non tanto sparatorie, ma colluttazioni pregne di violenza come l'evirazione - tengo a sottolineare l'uso della parola evirazione - dell'industriale nel campo da golf o l'uccisione del traditore mafioso con ganci di metallo. Particolarmente efficace la scena della morte della figlioletta del commissario investita dai mafiosi mentre giocava.

Insomma un film essenziale per chi vuole esplorare il filone del poliziottesco e del cinema italiano degli anni 70'.
<Capitan Ano>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:


Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"Un film robusto, ben girato, "duro", come un poliziottesco deve essere. Peccato che quei baffi siano tremendamente gay. Ah, le auto della polizia verdi non si potevano vedere..."
Black_Lotus

"Un più che valido poliziottesco. Solo perché si apre co un un inseguimento in macchina stupendo, veramente bello, con una musica di sottofondo azzeccatissima e tutto condito dalla palese presenza di manichini sui sedili passeggeri nelle auto durante le scene più pericolose, ha guadagnato diversi punti. Il protagonista è assolutamente carismatico, la trama è ben congegnata e non ci si annoia praticamente quasi mai. Forse l'unico appunto che mi sento di portargli è che [...] il finale non è molto chiaro e si ha l'impressione che qualcosa sia lasciato in sospeso."
Il Drugo

[News] Recensione di Versus

Ci sono 666 portali, nascosti e sconosciuti agli esseri umani, che collegano il nostro mondo ad un’altra dimensione. Da qualche parte in Giappone esiste il 444esimo portale, la foresta della resurrezione, e proprio in questa foresta due evasi da una prigione hanno appuntamento con dei gangster che hanno organizzato la loro fuga. Tra il misterioso e duro prigioniero KSC2-303 e gli yakuza sono subito scintille, e quando scoppia una discussione riguardo una ragazza rapita e portata là, uno dei gangster ci rimette la vita per poi ritornare in azione come uno zombie affamato di carne umana. Il prigioniero e la ragazza fuggono, ma si dovranno guardare dagli yakuza che li inseguono perché devono portarli vivi al loro capo, nonché da un’orda di zombie che si risveglia nella foresta (usata inconsapevolmente come discarica per le loro vittime dai criminali), e pian piano tra sparatorie e combattimenti iniziano a capire che forse in ballo c’è molto di più che la loro sopravvivenza, forse il destino del mondo...


Avevo promesso che avrei messo la recensione in orario, l'ho fatto con quattro giorni di ritardo e chiedo scusa, ma se pensate che in questo momento sono a Chicago a lavorare capite che già sto facendo il possibile.

Dunque, Versus. Versus è un film strano. A noi è piaciuto, ci sono scene splatter ben realizzate, combattimenti a metà strada tra il divertente e il tamarrissimo e personaggi piacevolmente assurdi. Però bisogna ammettere che in alcune sue parti è decisamente noioso, e la trama sostanzialmente è del tutto incomprensibile! Ad ogni modo ci sentiamo decisamente di consigliarlo. Magari nella Ultimate Edition, che noi non abbiamo visto, ancora più lunga, probabilmente ancora più noiosa e quasi certamente ancora più incomprensibile. Se vi capita, diteci com'é!
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Versus

Regia: Ryuhei Kitamura

Genere: Azione/Horror

Produzione: Giappone 2000

Durata: 119'

Cast: Tak Sakaguchi, Hideo Sakaki, Chieko Misaka, Kenji Matsuda, Yuichiro Arai, Minoru Matsumoto, Kazuhito Ohba, Takehiro Katayama, Ayumi Yoshihara, Shôichirô Masumoto, Toshiro Kamiaka, Yukihito Tanikado, Hoshimi Asai, Ryosuke Watabe, Motonari Komiya

Trama: Ci sono 666 portali, nascosti e sconosciuti agli esseri umani, che collegano il nostro mondo ad un’altra dimensione. Da qualche parte in Giappone esiste il 444esimo portale, la foresta della resurrezione, e proprio in questa foresta due evasi da una prigione hanno appuntamento con dei gangster che hanno organizzato la loro fuga. Tra il misterioso e duro prigioniero KSC2-303 e gli yakuza sono subito scintille, e quando scoppia una discussione riguardo una ragazza rapita e portata là, uno dei gangster ci rimette la vita per poi ritornare in azione come uno zombie affamato di carne umana. Il prigioniero e la ragazza fuggono, ma si dovranno guardare dagli yakuza che li inseguono perché devono portarli vivi al loro capo, nonché da un’orda di zombie che si risveglia nella foresta (usata inconsapevolmente come discarica per le loro vittime dai criminali), e pian piano tra sparatorie e combattimenti iniziano a capire che forse in ballo c’è molto di più che la loro sopravvivenza, forse il destino del mondo...

Opinione del Club: Un film decisamente bizzarro. Alcuni personaggi carismatici, molti completamente assurdi (in piena tradizione giapponese), uno svolgimento un po' monotono, principalmente per colpa del setting (una foresta sempre uguale a sé stessa), dei tempi narrativi decisamente sbagliati con la conclusione/scontro finale che occupa praticamente un terzo di tutto il film (che già di suo non è brevissimo). Ma soprattutto la trama era completamente incomprensibile. Capita a volte che dei film abbiano una trama sconnessa o talmente leggere che uno percepisce solo eventi che si susseguono senza un colegamento logico preciso. Questo probabilmente non era il caso di Versus, solo che la trama era piuttosto involuta e c'era quasi un tentativo (fallito) di portarla avanti per allusioni e allegorie, col risultato che alla fine del film avevamo tutti un'idea piuttosto vaga di cosa fosse successo esattamente. Mi risulta che il nostro valente presidente abbia scritto la trama lì sopra usando Wikipedia o qualcosa di simile.

Sostanzialmente si parte con la Yakuza che, dopo aver fatto evadere due tizi e rapito una sboldra, li trascina ai margini di questa misteriosa "Foresta della Resurrezione", che sembra una normalissima foresta, solo più monotonamente uguale a sé stessa. La Yakuza uccide uno dei due galeotti, che si risveglia come uno Zombie; nella confusione causata dal non morto l'altro detenuto riesce a scappare con la suddetta sboldra. I motivi per cui la Yakuza abbia portato i tre in questo posto restano misteriosi, ma fin qui lo svolgersi degli eventi è comprensibile. Questo accade più o meno nei primi cinque minuti.

Successivamente avvengono cose un po' a caso tipo:
-gli Yakuza superstiti si separano nella foresta e incrociano un paio di volte il protagonista. Gli scontri finiscono quasi sempre con entrambe le parti illese o quasi mentre il protagonista riesce a scappare. Ogni tanto gli Yakuza si sparano anche tra di loro, il motivo ci è ignoto ma fa folklore;
-uno Yakuza bellissimo con la camicia verde, forse leghista, fa smorfie improbabili;
-arrivano degli zombie, probabilmente gente uccisa dalla Yakuza e tornata in vita;
-il protagonista si dichiara femminista (questo non gli impedisce di stendere a sganassoni la sua compagna di fuga quando comincia uno scontro con armi da fuoco, per impedirle di rompere i coglioni con la sua fastidiosa tendenza alla non violenza); inoltre continua a vagare a caso per la foresta;
-altri scontri con gli Yakuza, stavolta con la partecipazione degli zombie;
-il protagonista e la sboldra continuano a vagare per la foresta
-cominciano dei flashback del giappone feudale in cui c'è sempre il protagonista, ma vestito da monaco buddista;
 -ancora vagabondaggi per la foresta;
-viene introdotto un poliziotto bellissimo, forse alla ricerca degli evasi, che per ora viene mostrato alle prese con alcuni problemi automobilistici; arriverà alla foresta solo molto più tardi, ma nel frattempo avrà a che fare anche lui con gli zombie;
-entra in scena il cattivo finale, senza che la storia fino ad allora lasciasse presagire che dovesse esserci un nemico finale (né, a dire la verità, alcuna altra cosa); il cattivo uccide tutti gli Yakuza, tranne quello bellissimo che entra a far parte del suo piccolo entourage di vampiri, e parte alla ricerca del protagonista;
-il poliziotto arriva sulla scena del misfatto, ma nel frattampo i flashback hanno reso il protagonista potentissimo e lui lo deflagra con un lanciamissili.

A questo punto comincia un lunghissimo scontro finale, intervallato dai canonici flashback del passato. Un po' annoiati dalla monotonia forestale, abbiamo accolto questa svolta con gioia, senonché le nostre speranze in un termine rapido sono state più volte frustrate, per poi culminare in un finale del quale non vi dico nulla se non che il regista se lo sarebbe potuto decisamente risparmiare. Uno dei grossi problemi di questa pellicola è infatti che si comincia troppo presto a respirare l'atmosfera da "ultimi cinque minuti", quella da duello finale per capirsi, e lo spettatore si ritrova a salire per un tempo infinito lungo un climax ascendente che non culmina mai. Insomma, questo film era di una mezz'ora troppo lungo.

A ulteriore riprova della sconclusionatezza della trama, inoltre, come già accennato il "nemico" cambia più volte durante il film: prima la Yakuza, poi gli Zombie, poi un malvagio stregone/vampiro/troiaio dell'epoca Sengoku...

Ciò detto, sono probabilmente stato troppo severo con Versus. Sì, è vero, la pellicola è in molti suoi punti decisamente frustrante, ma è anche vero che è un vero ripieno di marciume! Il film è bello splatter, con scene notevoli come quella in cui uno Yakuza pazzoide con la camicia verde sfonda con un cazzotto il cranio di uno zombie trapassandolo da parte a parte e poi estrae il pugno con in mano i bulbi oculari del malcapitato. Come spesso accade nelle pellicole giapponesi, molti degli attori erano carichissimi, come lo Yakuza pazzoide con la camicia verde di cui sopra, che incarnava l'essenza del "Gobliiiiiin" e faceva sempre espressioni facciali veramente bizzarre, e spesso avevano delle uscite fenomenali (il poliziotto subito prima di deflagrare urla "I'm a fighter, trained in Langley! My reflexes are 50 times quicker than Mike Tyson's" e cerca di evitare il razzo piegandosi all'indietro in un chiaro richiamo a "The Matrix", con la differenza che Neo schivava effettivamente le pallottole mentre lui viene preso in pieno). Il protagonista invece era altamente inespressivo ma sprigonava lo stesso carisma, sarà perchè dice di essere femminista, sarà perché riempie di ceffoni la ragazza senza un motivo e numerose volte, sarà perché a un certo punto in un luogo imprecisato trova dei vestiti neri alla matrix e comincia a girare con quelli facendo il ganello oltre ogni dire... insomma, come direbbe il nostro CapitAno, "era un giusto". Gli stessi combattimenti per tutta la prima parte del film hanno spesso qualche dettaglio assurdo, improbabile o semplicemente oltremodo tamarro!

Insomma, è un film a picchi: ci si annoia per un paio di minuti, poi avviene qualcosa che causa l'ilarità collettiva, si ride per un po' e poi ci si ricomincia ad annoiare.Secondo noi se si ha abbastanza coraggio però può valere la pena scavare un po' nella merda per riuscire a cavarne fuori le perle che questo film ha da offrire.

Ah, se non vi foste ancora spaventati, sappiate che di questo film ne esiste una "Ultimate Edition", di venti minuti più lunga, come se un non si annoiasse già nel due ore della versione normale. Qualcuno ha suggerito che potrebbero essere i venti minuti necessari per dare senso alla trama, ma nessuno ci crede veramente.
<The RedMage>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:


Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"Devo ammettere che, per un buon tre quarti del film, non ci ho capito nulla, ma era figo."
Winter

"Questo film rispettava le donne... No, effettivamente la ragazza protagonista viene ripetutamente presa a ceffoni dal protagonista senza un chiaro motivo. Probabilmente perché lei non vuole che lui combatta e cerca di fargli la morale e allora lui la toglie di mezzo con un ceffone ben assestato... ma in fondo chi se ne frega del motivo, perché questo film non ha sostanzialmente senso! [...] Tutto il film si ambienta in una foresta, dove i morti sepolti dalla Yakuza si rianimano e combattono contro la Yakuza e il protagonista fuggitivo e tutto prosegue con tutti che combattono contro tutti. Entrano in scena personaggi dalla dubbia utilità e dalla breve durata... insomma un gran macello! Però all'interno di questo macello ci si diverte e si ride per le assurdità che si susseguono. C'è giusto la parte finale che dura veramente troppo e mette a dura prova la resistenza dello spettatore... Per il resto un film nipponico assurdo da vedere!"
Il Drugo