B-Movies e Cinema Trash


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Serata Marcia: 25 Ottobre 2010

Inesorabili come la morte, di nuovo il lunedì sera di questo gruppo di fave è stato dedicato al cinema.
Questa volta la banda si è spostata nel salotto dell'insonne Solfa in cui il dado è stato particolarmente maligno con la visione dei "Tre ragazzi ninja IV".

Non c'entrava una sega con le nostre intenzioni, ma lo avevo scaricato per sbaglio - o se sei un finanziere comprato per sbaglio - e quindi ho costretto tutti alla visione. Almeno c'era Hulk Hogan.

La seconda pellicola ci ha dato già più gioia con l'arrivo sugli schermi di "Don "The dragon" Wilson che ha interpretato il primo capitolo di "Bloodfist" prodotto da Roger Corman, che sarebbe mitico se non fosse la copia spudorata di "Senza esclusione di colpi" di Van Damme.

E' passata anche questa fra crocie e delizie, la navigazione continua.

Film Visionati: I Tre Ragazzi Ninja IV: Lo Stile del Dragone e Bloodfist

Bloodfist


I Tre Ragazzi Ninja IV

[News] Recensione de La Mano Violenta del Karatè

Huang Rong, una ragazza combattente, è stata presa in ostaggio da Ouyang Feng, che vuole usarla per ottenere il Manuale dei Nove Yin da Guo Jing. Guo e Hong Qigong, il promesso sposo di Huang, arrivano in soccorso della ragazza e riescono a salvarla dopo un combattimento contro il malvagio Ouyang Feng e suo nipote. Nonostante il salvataggio vada a buon fine e i tre riescono a scappare, Guo Jing viene ferito a tradimento da Ouyang Feng e così dona il suo Bastone Scaccia-Cani a Huang Rong, scegliendola di fatto come sua erede al ruolo di gran maestro del Clan dei Vagabondi. Dopo la fuga tutti si ritrovano in una città quasi deserta, dove entrano in scena nuovi combattenti e maestri guidati da vendette irrisolte o dalla ricerca di antichi manuali e tesori. Tutto si risolverà sull'isola del Fiore di Pesco dove si deciderà il destino del Clan dei Vagabondi...

Leggendo la trama qui sopra, voi ci avete capito nulla? Perché noi guardando questo film non ne siamo stati in grado. Una delle pellicole dalla trama più sconclusionata che abbiamo mai affrontato, che proprio per questo in un qualche modo si distingue: non potevo esimermi dal recensirla quantoprima. Chiedo scusa per il giorno di ritardo, dovuto a piccoli casini con Blogger.
Leggi la Recensione

Pare che il Drugo abbia finalmente trovato una recensione che lo sconfinfera e si sia messo al lavoro, così forse per il 30 ottobre produrrà finalmente qualcosa. In caso contrario, come ben sapete c'è sempre la catapulta.

La Mano Violenta del Karatè


Titolo Originale: She diao ying xiong chuan xu ji

Titoli Alternativi: Kung Fu Warlords 2, The Brave Archer 2

Regia: Chang Cheh

Genere: Azione

Produzione: Hong Kong 1978

Durata: 110'

Cast: Alexander Fu Sheng, Niu Niu, Ku Feng, Philip Kwok Chung Fung, Danny Lee Sau Yin, Lee I Min, Shirley Yu Sha Li, Goo Goon Chung, Lin Chen Chi, Johnny Wang Lung Wei

Trama: Huang Rong, una ragazza combattente, è stata presa in ostaggio da Ouyang Feng, che vuole usarla per ottenere il Manuale dei Nove Yin da Guo Jing. Guo e Hong Qigong, il promesso sposo di Huang, arrivano in soccorso della ragazza e riescono a salvarla dopo un combattimento contro il malvagio Ouyang Feng e suo nipote. Nonostante il salvataggio vada a buon fine e i tre riescono a scappare, Guo Jing viene ferito a tradimento da Ouyang Feng e così dona il suo Bastone Scaccia-Cani a Huang Rong, scegliendola di fatto come sua erede al ruolo di gran maestro del Clan dei Vagabondi. Dopo la fuga tutti si ritrovano in una città quasi deserta, dove entrano in scena nuovi combattenti e maestri guidati da vendette irrisolte o dalla ricerca di antichi manuali e tesori. Tutto si risolverà sull'isola del Fiore di Pesco dove si deciderà il destino del Clan dei Vagabondi...

Opinione del Club: Primo di cominciare a parlare del film in quanto tale, vi consiglerei di dare un'occhiata in cima alla pagina, e guardare i titoli con cui questa pellicole è stata distribuita. Tralasciando il titolo più conosciuto a livello mondiale, "The Brave Archer 2", abbastanza incomprensibile vista la completa assenza di arcieri nel film, una persona accorta potrebbe chiedersi come di preciso "Kung-Fu Warlords 2" diventi "La Mano Violenta del Karatè" (sì, con l'accento). Due cose saltano all'occhio - primo, il cambio di arte marziale, probabilmente la produzione italiana ha pensato (forse non a torto) che il pubblico dell'epoca sapeva una sega di arti marziali e tanto valeva scrivercene una leggermente più nota. In secondo luogo, ci si potrebbe domandare che fine ha fatto il "2" - in questo caso la risposta è semplice: in Italia il primo e il terzo film della trilogia non sono mai arrivati.

Il "2" però è piuttosto rilevante, come si scopre guardando la pellicola: infatti la prima cosa che viene propinata allo spettatore è un succinto racconto degli eventi del primo film, per poi cominciare subito in medias res a dove ci si era interrotti precedentemente. Noi che però il primo film non l'avevamo visto (e in effetti non sapevamo della sua esistenza quando abbiamo cominciato) ci siamo ritrovati coinvolti in una girandola di nomi cinesi che ci siamo immediatamente dimenticati, e abbiamo passato il resto del film a domandarsi chi fossero esattamente Huang Gang, Cheng Pimeng, Park Gong e compagnia bella ogni volta che veniva fatto un nome. Per peggiorare la situazione, uno degli espedienti usati più spesso per muovere la storia era quello di introdurre un nuovo personaggio e farlo cazzottare con uno dei protagonisti o degli antagonisti, così altri nomi si aggiungevano alla matassa e ogni volta che si parlava di eventi accaduti altrove nessuno riusciva a capire chi fosse effettivamente coinvolto.

Aggiungendo a questo una trama piuttosto intricata e sconclusionata, progettata presumibilmente più per giustificare i frequenti e improbabili combattimenti a colpi di kung-fu che per avere una vera e propria storia, si può probabilmente ritenere giustificabile il fatto che dopo un quarto d'ora dall'inizio della proiezione nessuno avesse più idea di cosa stesse accadendo.

Va detto che per chi, come noi del club, ha un gusto per l'orrido il film riserva alcune divertenti sorprese, che aiutano a passare un'ora e quaranta di film: per esempio, quando vengono fatte alcune "mosse speciali" gli interessati vengono ricoperti da una luce colorata mentre in sottofondo si odono bizzarre onomatopee che ricordano i suoni del propulsore del Millennum Falcon. Oppure quando viene sfoderata la temibile "Tecnica del Rospo" una luce verde comincia a illuminare volti a caso, si sentono rumori di tuoni e forte vento in sottofondo e la gente comincia a volare via e stramazzare al suolo. Certe scene non hanno alcun senso, come quella in cui alla fine in mezzo a un serrato combattimento il maestro della scuola del Palmo di Ferro, dopo uno scontro frontale e successivo legero indietreggiamento, si ricompone di colpo, proclama un "Andiamo!" e così d'amblé se ne va con tutta la sua cricca.

Si sprecano poi momenti di recitazione ai limiti dell'osceno, tra cui spicca un monaco che dichiara stramazzando a terra: "Io Muoio!". Il protagonista poi, era piuttosto scialbo, ma alcuni dei personaggi secondari erano notevoli, tipo il famoso Cheng Pimeng, con le sue sopracciglie scimmiesche e quel modo di fare completamente pazzoide. Evidentemente nella cina antica in cui molti di questi film sono ambientati essere completamente scoppiati era un tratto piuttosto comune tra i maestri di kung-fu.

Tutto questo però non basta a nostro avviso a rendere questo film meritevole - l'autopunizione galoppa, la noia attanaglia le palpebre del malcapitato spettatore. Certo, alcune delle pecche (tipo la trama priva di senso che serve solo a giustificare i combattimenti) sono forse comuni a tutte i kung-fu movie di Hong Kong del periodo (anche pellicole molto più blasonate, come Drunken Master con Jackie Chan, risentono di problemi simili) ma qui si esagera un po'. Si è voluto anche esagerare un po' troppo sulla sensazionalità dei colpi segreti, senza avere i fondi o l'inventiva necessari per farlo - i combattimenti in quanto tali magari sono anche realizzati con un minimo di cura, ma solo finché la gente si limita a colpirsi in modo normale. Il risultato è che lo spettatore è giustificato a svegliarsi dal sonno letargico che presto lo colpisce giusto per godere degli occasionali momenti di ridicolo.

Inoltre anche per il resto dal punto di vista qualitativo il film non ha niente che lo salvi: la fotografia in particolare è agghiacciante, con un'illuminazione quasi criminale che fa sì che a volte la stessa scena inquadrata da punti diversi "viva" in tonalità di colore completamente diverse l'una dall'altra. Certo, il budget era probabilmente quasi nullo, però il film non fa nulla per non lasciare trasparire questa carenza di fondi.

Menzione speciale per le locazioni: anche le giungle e gli esterni mostrati sono spesso palesemente ricavati in studio.

Insomma: il fatto che il film sia la parte centrale di una trilogia forse ci ha impedito di apprezzarlo appieno, ma indubbiamente è difficile seguire gli eventi narrati e il film punisce pesantemente. Come spesso accade con i film di cui parliamo, ad aver voglia di scavare ci si fanno anche delle grasse risate, però onestamente il film costa molta pazienza allo spettatore!
 <The RedMage>

Voto del Club:


Qualità Cinematografica:



Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"Qualità Cinematografica: Non mi sento neanche di dargli uno"
Psychomachius

"Era una bella cacata di film, ma alla fin fine era una pellicola talmente assurda che mi è quasi piaciuta."
Capitan Ano

"Si tratta di un patch-work di scene. Già dalla ricapitolazione dell'episodio precedente non ci capisce quasi nulla della trama perché entrano in ballo troppi personaggi, troppi nomi cinesi e troppi fatti senza una vera importanza. La successiva parte iniziale sull'isola del Fiore di Pesco invece è abbastanza lineare, non priva di alcuni accadimenti e dialoghi senza senso ma si riesce a tenere il filo abbastanza bene. Successivamente tutti i personaggi si ritrovano in una strana cittadina abbandonata dove gli unici luoghi abitati sono una locanda e un palazzo di un fantomatico principe che non si vede mai. Ecco, da qui in poi si aprono trame delle sotto-trame, entrano in scena personaggi senza un'apparente utilità, tutti combattono, alcuni muoiono altri si rivelano personaggi importanti, altri fanno ciao e se ne vanno dalla scena. Insomma il delirio!"
Il Drugo

Serata Marcia: 18 Ottobre 2010

Serata praticamente al gran completo dove manca solo quel becero del Sere a cui auguro una morte lenta e dolorosa, dove però il dado non è stato magnanimo regalandoci due visioni non proprio all'altezza.

Il primo film è stato Grano Rosso Sangue 5 di cui tutti potevano fare tranquillamente a meno, con la solita mandria di ragazzini invasati che uccidono tutti, dove in mezzo compare anche David Carradine, che ci regala l'unica scena degna di questo nome. Il resto è tendenzialmente merda secca.

La seconda pellicola dà un piccola sterzata alla serata, grazie alla presenza di Chuck Norris ne "Il codice del silenzio". Il film è del 1985, uscito praticamente insieme a "Invasion U.S.A" di cui non riesce ad eguagliare però la grandezza. Non sempre bastano solo i calci rotanti dell'eroe a stelle e strisce a dare senso ad una storia.

In realtà non c'era nemmeno il Mago Rosso, ma di questo non frega niente a nessuno.

Film Visonati: Grano Rosso Sangue V e Il Codice del Silenzio

Grano Rosso Sangue V

Il Codice del Silenzio

Serata Marcia: Lunedì 11 ottobre 2010

Come ogni lunedì il club torna a ingombrare il Salotto dello Schioppo e a placare la propria fame di film di merda. La novità della settimana è la presenza del sottoscritto Mago Rosso, che appena tornato da due mesi negli USA evidentemente non ha trovato nulla di meglio da fare che fiondarsi a Firenze per punire le proprie cornee. Presente il club quasi al gran completo: c'erano oltre al suddetto Mago il Presidente Drugo, il CapitAno con signora, i fratelli Schioppo, Sade, Winter (che se n'è andato prima per incomprensibili esigenze di sonno) e Felio (che è arrivato dopo per comprensibili impegni pregressi). Mancava solo Lotus, al quale come di consueto auguriamo una morte lenta e dolorosa.

Il dado non è stato benevolo con noi. Per prima cosa ci siamo beccati "La Mano Violenta del Karatè" (con l'accento), un film che oltre a vantare altri due titoli alternativi che non c'entrano niente né con quello italiano né tra di loro ("Kung Fu Warlords 2" e "The Brave Archer 2") ha dimostrato di avere una trama incomprensibile e inseguibile, oltre a degli effetti speciali improbabili e soprattutto una cura della fotografia che spero sia fruttata al tecnico dell'illuminazione la radiazione dall'albo o una revolverata in testa.

Per secondo ci è toccato "Deep Evil", con Lorenzo Lamas (che, nonostante il suo nome venga sbandierato ovunque, ha tutto sommato una parte tutt'altro che centrale) che era forse meno sconclusionato, ma certo più scialbo e noioso, senza alcun particolare guizzo. L'aspetto più terribile di questo film era probabilmente la CG veramente oscena.

Film Visionati: La Mano Violenta del Karatè e Deep Evil

La Mano Violenta del Karatè
Pare non esista un trailer, per cui vi beccate la bizzara introduzione all'inizio del film


Deep Evil

[News] Recensione di Sono Sartana, il Vostro Becchino

Ritorna Sartana questa volta viene accusato di essere il capo di una banda che ha rapinato la banca della città, le accuse sono infondate e Sartana vuole vederci chiaro e fare giustizia a modo suo.

Nuova recensione del CapitAno che torna a deliziarci con un'altra recensione Spaghetti Western che riguarda quella devastante tempesta di piombo nota ai più come Sartana. Nulla da dire in materia se non: buona lettura!
Leggi la Recensione

Restate collegati perché il 20 arriverà una nuova recensione targata Mago Rosso. Prima o poi troveremo il modo di riportare nei ranghi anche il Drugo, che lunedì ha ammesso candidamente di non aver ancora deciso che film fare, ma per il momento mi sa che non vedrete alcuna sua recensione fino al 30.

Sono Sartana, il Vostro Becchino


Anno: 1969

Cast: Gianni Garko, Frank Wolff, Klaus Kinski, Gordon Mitchell, Ettore Manni.

Produzione: Italia

Durata: 97 min.

Regia: Giuliano Carnimeo

Trama: Ritorna Sartana questa volta viene accusato di essere il capo di una banda che ha rapinato la banca della città, le accuse sono infondate e Sartana vuole vederci chiaro e fare giustizia a modo suo.

Opinione del club: "Occhi taglienti... Il cigarillo... Carte da poker e... Pistola sempre nervosa!!!": con questo slogan nel settembre del 1969 esce il secondo episodio della saga che ha per protagonista la più grossa piaga demografica del west.

La regia passa da Gianfranco Parolini - creatore anche della saga di Sabata e direttore del primo film della serie, "Se incontri Sartana prega per la tua morte" - a Giuliano Carnimeo, che dà al film una spinta ironica che caratterizzerà d'ora in poi il personaggio. Questa pellicola fu un grande successo all'epoca ed è adesso uno dei più apprezzati esempi di Spaghetti Western fra gli appassionati, la trama è in salsa poliziesca con un rapinatore che ruba trecentomila dollari spacciandosi per Sartana spostandogli addosso tutta la pressione delle ricerche, cosicchè il nostro eroe si ritrova costretto a sciogliere numerosi nodi e sfuggire ad altrettanti bounty killer per impallinare il reale colpevole e, visto che c'è, intascarsi i dollaroni.


Ma il colpevole, fra tutti i pistoleri che ci sono, proprio Sartana doveva scegliere? Non mi pare proprio saggio, infatti la macchina di morte con cravatta scarlatta seminerà la solita ottima devastazione incontrando personaggi dai nomi assurdi come Buddy Ben, Dynamite Jack, Fischio Jenkins ed Omero Crow.

Eppure questa volta il viso dello spettatore non è solcato da lacrime dopo la visione.

Questo film è un buon spaghetti, ma manca della spinta imperiosa del personaggio Sartana che non fa vibrare le corde dell' anima con il suo carisma, al contrario dei successivi episodi dove vizierà lo spettatore festante, è semplicemente un pistolero particolarmente cazzuto.

Certamente è pur sempre Sartana e talvolta riesce con trovate interessanti, ma solo una volta nel film concede un vero sussulto, quando dà giustificazione al titolo, annunciando il proprio ruolo di becchino a coloro che lo avevano accusato di essere un baro.

Dopo ottima accademia, ma solo accademia: per cui, nonostante la maggior parte degli appassionati dicano il contrario, questa pellicola a "Buon Funerale Amigos, Paga Sartana" non gli pulisce nemmeno il bidè.

Da apprezzare per finire gli accattivanti titoli stranieri: "Angel of Death: Sartana" e "I'm Sartana Your Angel of Death" in Australia; "Sartana the Gravedigger" negli USA; "Yo Soy Sartana Vuestro Verdugo" in Spagna; "Sartana le Fosseyer" in Francia; "Je Suis Sartana, l'Ange de la Morte" in Belgio; "Sartana o Matador" in Brasile ed infine il melodico titolo tedesco: "Sartana - Toter nor Toglich Brot".
<Capitan Ano>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:


Livello di Marciume:


Hanno detto:
"Dato che c'era Sartana mi aspettavo un protagonista carismatico e un film che trasudasse di epicità e di marchingegni improbabili come l'organo cannone e il robottino esplosivo... Comunque in definitiva è un film più che godibile."
Psychomachius

"Nonostante lo consideri un grande mucchio di merda, devo dare ragione ad Emilio."
Capitan Ano

Serata Marcia: 4 Ottobre 2010

Questa serata marcia ha visto il ritorno del presidente del club, quello stronzo.
Serata effettivamente un po' più numerosa a cui è mancato solo il Mago Rosso in trasferta ancora negli states e quell'ano peloso del Sere di cui spero la morte più violenta.

In ogni caso anche in questa sera il marcio è scorso potente. In prima serata il dado del male ha scelto il film "The Nun" prodotto da Brian Yuzna, in cui una suora acquea spuntando dai cessi ammazza le sue ex alunne. Nonostante lo spunto sovrascritto, ahimè, è una pellicola di rara banalità di cui spero la distruzione completa.

Successivamente però le sorti della serata si alzano vertiginosamente quando dea bendata ha voluto che sul nostro schermo comparisse il maestro Gang nel grande "La sfida degli invincibili campioni", ovvero "Return of the One-Armed Swordsman" sequel di "One-Armed Swordman", che ci ha donato grande gioia con combattimenti assurdi, innumerevoli decessi e la solita meravigliosa atmosfera del Kung-Fu movie anni 70'. Ancora una volta Jimmy Wang Liu guadagna il nostro rispetto.

Se questo intervento l'avesse scritto l'inutile presidente direbbe che il doppiaggio non è all'altezza perchè snatura la recitazione, perchè snatura la merda, snatura mia mamma troia. Solo cazzate, il doppiaggio a differenza di altre occasioni era buono e misteriosamente in sincrono. Il parello può continuarsi a frustarsi la fava.

Film Visionati: The Nun, La Sfida degli Invincibili Campioni (Return of the One-Armed Swordsman)

The Nun


Return of the One-Armed Swordsman