B-Movies e Cinema Trash


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[News] Recensione di Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel Trecento

Un certo Jack Nelson acquista un castello a proposito del quale si narrano terribili leggende e nei cui sotterranei si svolgono riti demoniaci attorno a Isabella, morta sul rogo seicento anni fa. I sacerdoti di Isabella, in veste di vampiri, nella notte della venticinquesima luna, vorrebbero fare rivivere la loro sacerdotessa sacrificando Krista, Lenda e persino Laureen, figlia del nuovo proprietario. Tra i vampiri appaiono il Duca di Tausher, antico ca stellano, un medico del paese, il sacerdote, l'orribile servo Gerg e lo stesso Jack Nelson. Mentre il fidanzato di Laureen, Richard Brenton, salva la sua innamorata, la popolazione insorge e Nelson guida la spedizione che metterà fine alla satanica congrega...

Ormai ogni settimana per una storia per un altra slittiamo sempre al venerdì nel postare la recensione, forse dovremmo decretare il venerdì come giorno delle recensioni... ma anche no! Sennò finiremmo per postare la recensione il sabato e la domenica e alla fine si farebbe il giro della settimana!
Ok dopo questo preambolo senza senso vi posso introdurre il film di oggi, recensito in gra stile da mitico Capitan Ano. Questa volta il suo compito non è stato affatto semplice, perché il buon Capitano ha dovuto discernere l'inesistente trama di Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel Trecento. Come si fa a discernere qualcosa che non esistere vi chiederete voi? Capitan Ano e il Club del Marcio posso questo ed altro (i nerd hanno i loro talenti)...
Comunque il film di questa settimana mette a dura prova su tutti i fronti, non solo quello della trama. Forse è uno dei film peggiori mai girati, ve lo garantisco, e vederlo è un'esperienza quasi trascendentale... o mortale se siete troppo deboli per sopportare una tale follia cinematografica. In ogni caso fu visto la prima volta tanto tempo fa me e dal Capitan Ano e di recente lo abbiamo giustamente riproposto al Club cosicché tutti i membri potessero soffrire quanto abbiamo sofferto noi la prima volta (non che la seconda sia stata più leggera). Via, ora senza altre chiacchere vi lascio alla recensione!
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Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel Trecento

Regia: Ralph Brown (Renato Polselli)

Genere: Horror

Produzione: Italia 1973

Durata: 100'

Cast: Mickey Hargitay, Rita Calderoni, Raul Lovecchio, Krysta Barrymore, Moschera Consolata, Max Dorian, William Darni, Gabriele Bentivoglio, Stefania Fassio

Trama: Un certo Jack Nelson acquista un castello a proposito del quale si narrano terribili leggende e nei cui sotterranei si svolgono riti demoniaci attorno a Isabella, morta sul rogo seicento anni fa. I sacerdoti di Isabella, in veste di vampiri, nella notte della venticinquesima luna, vorrebbero fare rivivere la loro sacerdotessa sacrificando Krista, Lenda e persino Laureen, figlia del nuovo proprietario. Tra i vampiri appaiono il Duca di Tausher, antico ca stellano, un medico del paese, il sacerdote, l'orribile servo Gerg e lo stesso Jack Nelson. Mentre il fidanzato di Laureen, Richard Brenton, salva la sua innamorata, la popolazione insorge e Nelson guida la spedizione che metterà fine alla satanica congrega...

Opinione del Club: Il film è un autentico Picasso, un' accozzaglia di scene, situazioni messe a caso senza alcun filo logico, caratterizzate da una pessima regia,pessimi attori, pessima fotografia e scenografia in cui spicca un vecchio castello con cortiloneper gli esterni, mentre le scene di culto esoterico sono abbozzate in uno spiazzo con bizzarro altare.
Tenterò, in una disperata impresa, di spiegarvi non la trama, ma le scene che si sono susseguite con agghiacciante ritmo sullo schermo della televisione (che non sarà più la stessa).
Il supplizio inizia con il ricco Jack Nelson che compra un'ala di un vecchio maniero, il resto appartiene ad un occultista con dei baffi spaventosi - l'attore si chiama Raoul senza cognome - che assomiglia incredibilmente a Caravaggio.
Prima di questo c'è stato un prologo dove una sudicia in minigonna rossa viene denudata e sacrificata sul già citato altare da tanti omini in costumino rosso, costoro sembravano l'equipaggio dell'Enterpreise danzanti il ballo degli umpa lumpa emettendo versi strani in latinorum.
Insomma, nell'ala del nostro Jack c'è una festa di fidanzamento della figlia Lauren con il medico Richard.
Ivi godiamo di una discussione memorabile tra la moglie di Jack e Richard dove alla domanda della signora su come mai sembrasse strano, lui risponde di non ha voglia di bere e di non essere abituato alla luce elettrica.
Compare poi una delle protagoniste femminili, di nome Lauren, che per tutto il film ci delizierà con espressioni tra il Seagal ed il Norris e sempre durante la festa vi sarà un momentaneo delirio di Jack, un incrocio tra De' Andrè e Guzzanti, che smongola furiosamente vedendo una delle ragazze presenti uscire in terrazza. Non ho capito perchè.
La festa procede, anche se mentre la gente chiacchera compare periodicamente il primo piano di un ciccione con i tic nervosi e un servo con il famoso "occhio pio" che scruta maligno il gruppo di amici.
A questo punto (l'inizio) si perde ogni continuità logica;
Lauren e una ragazza con i capelli rossi cominciano a trombare dopo che la prima era andata a prendere un foular dicendo che tramite quello si vedeva il futuro (???).
Durante la copula Lauren aveva l'espressione tipica di Robocop.
Successivamente quella con i capelli rossi viene sotterrata viva e l'altra viene piazzata in un letto.
Nel frattempo di tutto questo c'è stata una lunga scena ambientata nel trecento dove Lauren viene bruciata con l'accusa di stregoneria e dove tutti i personaggi vengono riproposti in chiave medioevale.
E' bello vedere che nel trecento la gente si chiamasse già Jack, Lauren e Richard.
Intanto l'autopunizione s'impenna e Lauren comincia ad apparire in piena notte a tutte le ragazze ospiti del castello che reagiscono come quandola madonna appare all'architetto Melandri.
Dopo di questo, una coppia di ragazze urla e piomba nella stanza il tizio obeso che aveva i tic che si rivolge a loro:

-"C'è qualche problema?"

-"No"

Cominciano a trombare. Non sapevo fosse così facile.

Dopodichè c'è un'altra carrellata di scene dove tutti i personaggi uomini irrompono dalle finestre nelle stanze, con un mantello nero alla disperata imitazione di un vampiro per poi succhiare il sangue alle vittime.
Ovviamente tutte queste scene sono intervallate da sequenze senza senso come la spasmodica riproduzione della suddetta pagliacciata medioevale, o scene in cui ricompaiono gli omini in stile Star Trek o ancora scene in cui un carismatico Caravaggio ride beffardo illuminato da luci blu,verdi,rosse e gialle oppure il servo guardingo che ogni tanto ha l'uso dell'occhio e ogni tanto no e che continua ad osservare da luoghi misteriosi (infatti spesso il suo personaggio è solo una testa rossastra, come i Queen nel video di Bohemian Rhapsody per intendersi).
E qui un altra grandiosa scena dove due delle aggredite scappano (ovviamente mezze nude), passano accanto ad una croce che piglia fuoco, e allora spunta una folla di pecorai, contadini e massaie che le accusa di stregoneria con accento sensibilmente siciliano e contemporaneamente un prete parte con una litania (che tra le altre cose prima c'era anche lui travestito da vampiro), ma prima del linciaggio arriva Raoul che sostiene che per provare la loro stregoneria devono passare pe un quadrivio dove le streghe si sono sempre incenerite. A questo punto si vede solo le due tizie che urlano e poi nient'altro, si cambia scena.
Successivamente ci sarà una spirale di eventi che porterà all'epilogo della vicenda in cui il nostro eroe Renato Polselli farà entrare: luci psichedeliche; viaggi nel tempo; Il conte Dracula; alter ego medievali; segrete del castello; paletti di frassino e risate beffarde.
Meravigliosa la sequenza di un bizzarrissimo rito, dove tutte le ragazze comparse si ritrovano nude come gustosi bruchi, incatenate a rozze strutture di legno mentre una biondona e legata ad uno scaleo.
Evitando di indagare sul perchè dello scaleo, vi dico il film è una prova di bruttezza e punizione che lascia attoniti per tutti i 94 infernali minuti, un delirio anale che però ogni amante del marcio cinematografico dovrebbe gustare per potersi vantare e disperare con se stesso per essere arrivato ad un livello superiore di esperienza marcia.
<CapitanAno >


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:


Livello di Marciume:







Hanno detto: 
"Il Lady Gaga del Trash... Qualcosa di tanto assurdo che c'è da chiedersi se sia stato girato consapevolmente così male o che la qualità che lo contraddistingue sia nata da un gruppo di proseliti della Madonna Sbriciolatrice dediti a stupefacenti."
Felio

"Era esattamente come guardare un film in dormiveglia, credi di seguire una trama ma anche se hai gli occhi aperti, le immagini e i suoni non assumono più un senso e a intervalli ti accorgi di scene che non hanno più alcun senso per te visto che ti sei perso molti dei precedenti minuti, peccato che durante questo film fossi sveglissimo e tuttavia la sensazione era identica."
Lord Magneto

"Il film è una specie di delirio lisergico di scene senza una precisa connessione tra di loro, si salta a caso dal trecento ai giorni nostri, senza capire di preciso quali scene siano nel trecento e quali no."
The RedMage

[News] Recensione di La Croce dalle Sette Pietre

Il giovane Marco riceve un invito dalla sua cugina napoletana che non vede da tempo. Appena arrivato nella città partenopea, però, viene rapinato da due balordi che riescono solo a strappargli una croce d'argento con incastonate sette pietre preziose. Marco sarà così costretto ad investigare lungo i ranghi della camorra campana, dai taccheggiatori di strada fino ai vertici del potere, per recuperare la croce perchè egli è in realtà un licantropo che solo con questa può evitare le terribili e pericolose trasformazioni...

Vi sarete chiesti che fine abbia fatto il resoconto della Serata Marcia di questa settimana, ebbene non c'è stato un errore e non ce ne siamo dimenticati, purtroppo questa settimana non si è tenuta alcuna Serata Marcia per diserzione generale (purtroppo abbiamo anche una vita...). Pazienza, una pausa ogni tanto ci vuole per far tornare a respirare i neuroni altrimenti affogati in un mare di marciume.
Il film di questa settimana è un "capolavoro" del cinema italiano dei tempi che furono. Lo stato italiano ci ha pure speso dei soldi finanziando questo abominio. Sto parlando di "La Croce dalle Sette Pietre", conosciuto anche come "Il Lupo Mannaro contro la Camorra"!
Il film fu visionato anni fa agli albori del Club del Marcio e fu una delle opere a suscitare il nostro entusiasmo per il cinema trash. Averlo rivisto una seconda volta quando ormai lo si dava per archiviato e sepolto è stata un po' una tortura devo ammettere, però una tortura esilarante!
Il buon Magneto, da sempre gran promotore di questo film fra le masse popolari, ha preso in mano la situazione e ci racconta ancora del film questa volta con un'ottima recensione.
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La Croce dalle Sette Pietre

Regia: Eddy Endolf (Marco Antonio Andolfi)

Genere: Horror

Produzione: Italia 1987

Durata: 88'

Cast: Marco Antonio Andolfi, Annie Belle, Gordon Mitchell, Paolo Fiorino, George Ardisson, Zaira Zoccheddu, Glauco Simonini, Giulio Massimini, Stefano Murè, Irmgard Konnertz, Marco Merlo, Gio Batta Merlo, Cristoforo Vetthen, Gino Lodero

Trama: Il giovane Marco riceve un invito dalla sua cugina napoletana che non vede da tempo. Appena arrivato nella città partenopea, però, viene rapinato da due balordi che riescono solo a strappargli una croce d'argento con incastonate sette pietre preziose. Marco sarà così costretto ad investigare lungo i ranghi della camorra campana, dai taccheggiatori di strada fino ai vertici del potere, per recuperare la croce perchè egli è in realtà un licantropo che solo con questa può evitare le terribili e pericolose trasformazioni...

Opinione del Club: Una lunga carrelata artistica di un corridoio, una serie di riprese pochissimo artistiche di gente brutta che tromba o mima con scarsa grazia atti sadomaso, un tizio sciroccato che farnetica invocando un certo "Aborym", un gorilla peloso rossiccio... inizia così una delle più incredibili esperienze cinematografiche marcie a cui l'adepto del brutto possa aspirare.

Alcuni l'hanno definito il più brutto film horror mai prodotto in Italia, qualcuno si è stupito scoprendo che per qualche arcano motivo è diventato un cult in Giappone, c'è chi potrebbe indignarsi sapendo che per farlo sono stati utilizzti fondi statali e certo tutti hanno tirato un respiro di sollievo potendo constatare che l'uomo che partorito 'sta roba in veste di autore,produttore, regista, attore protagonista: Eddy Endolf alias Marco Antonio Andolfi non ha più girato alcunchè per anni, salvo tornare recentemente con un delirante mediometraggio sequel "Riecco Aborym"...

La trama è puro delirio: un tizio piuttosto sconvolto va a Napoli, viene prontamente scippato della sua preziosa (e bruttissima:fil di ferro intrecciato e pietre finte) croce gemmata (tienila in vista fava) e disperato s'immerge nei bassifondi della malavita ("nun saccio niente commissà!!!") per recuperarla.
Il motivo di tanta apprensione è che la croce è un talismano che gli evita di trasformarsi in un lupo mannaro allo scoccare di mezzanotte come scoprirà a sue spese l'orrido ricettatore Tottonno o'cafone (alè) che ha venduto la collana a dei camorristi, sconvolto dall'apparizione di un orrido tipo con mani e testa pelose viene "sciolto" dallo sguardo calorifero del mostro.
Parte così la disperata battaglia del protagonista e di una tipa che si è messa a seguirlo così per caso contro un potente boss e i suoi politici corrotti, che tutto credono tranne che il povero Eddy voglia davvero solo la sua collana.
Intanto sogni e visioni ci rivelano il passato di Eddy: sua madre si accoppiò con il demone Aborym, dando alla luce il protagonista a cui dette la croce per evitargli di diventare un demone a sua volta ma venne uccisa quando tentò di liberarsi del suscettibilissimo orrore peloso.
Fra stragi, sexo bizarro e visioni deliranti il film procede coraggiosamente verso il finale che prevede una guest star incredibile:niente di meno che Gesù che appare sopra piazza del Vaticano a benedire la ritrovata felicità del protagonista.

Insomma dalla trama riassumibile in "Lupo mannaro contro la camorra" avrete capito con cosa ci troviamo a che fare. Cioè, pensate di averlo capito,ma in realtà non vi potete neppure immaginare il pastrocchio rivoltante che vi potreste trovare a vedere.
Tecnicamente il film è penoso, ma penoso forte,girato con una notevole povertà nelle riprese chiara nelle scenografie e nella fotografia, con uno stile di regia che stento anche a definire piatto, nella sua trashaggine è perlomeno facile da seguire e concatenato abbastanza logicamente ma niente di più.
Musiche ed effetti sonori sono particolarmente brutti e piuttosto fastidiosi.
Il protagonista è angosciante sia da normale che da trasformato: nel primo caso inespressivo e lamentoso, nel secondo semplicemente ridicolo; spendo due parole sulla trasformazione: allo scoccare di mezzanotte inizia a fare delle smorfie tipo ghigni, si odono degli ululati e la sua faccia si ricopre di peli (nessun effetto visivo, si montano immagini delle varie fasi della trasformazione), quindi i vestiti scompaiono e ci appare un tizio nudo, con pendaglio ben in vista, mani e piedi pelosi-artigliati e una specie di cappuccio lupiforme che inizia a camminare tipo zombie in cerca di vittime.
Tutti gli altri attori sono macchiette con l'aggravante della parlata napoletana, più una troiona "romana de roma", salverei solo il grande George Mitchell che compare in veste di sacerdote a inizio film con la frase tormentone "Aborym, palesati a me" e quindi "Aborym ti prego vieni qui, Aborym ti ordino di venire qui", manco fosse il suo cane.
Il demone Aborym è la vera star di questo film, peccato appaia così poco,all'inizio, nei sogni e nella scena migliore del film, quando la madre del protagonista tenta di scacciarlo da casa sua dicendogli "Satana non voglio più adorarti nè servirti", probabilmente si era rotto i coglioni di togliere peli demoniaci lunghi un metro dal bagno e lui dopo averle dato giustamente della puttana, la piglia bene e le fa esplodere la pancia, con un effetto speciale così brutto da causare incubi.

Potrei andare avanti a descrivere ogni scena assurda di questo film ma ho già spoilerato a sufficenza, dico solo: occhio alle parti di sogno:flashback, il faccione di mitchell, il testone di Aborym, raggi rossi, fotografia seppia e musichina angosciante... causano ilarità incontrollabile, catalessi o epilessia.

Personalmente adoro questo film e lo piazzo nella TopThree del brutto con "Dunyayi Kurtaram Adam"e "Riti, magie, nere e segrete orge nel trecento", questo perlomeno ha una lungezza tollerabile e come ho già detto si riesce a seguire abbastanza bene.

Guardatevelo se ardite chiamarvi "Marci".
<Lord Magneto>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:

Livello di Marciume:


Incredibilmente non ho fatto una media per i voti di Qualità e Marciume: tutti avevano dato lo stesso identico punteggio. Male: l'insensata polemica è l'anima di questo Club.

Hanno detto:
"Questo film è decisamente punitivo, con una visione di napoli ai limiti del caricaturale, alcune delle peggiori scene di sesso della storia della cinematografia e con un uomo lupo completamente glabro a parte un perizoma di pelo. Come non amarlo?"
Black Lotus

"Come sono contento di averlo visto la seconda volta. Andate a fare in culo tutti."
CapitanAno

"Per mezz'ora di film lui non fa altro che trasformarsi facendo dei ghigni che pareva stesse per cacare un chilo di ricci di mare."
Winter

[News] Recensione di The Great Yokai War

Un bambino di nome Tadashi Ino di trasferisce in una piccola cittadina dopo il divorzio dei suoi genitori. Ad una festa locale, egli viene scelto per essere il Protettore Kirin dell'anno, protettore di tutte le cose buone. Ben presto però, con l'apparizione di uno spirito malvagio chiamato Yasunori Kato, scopre che il suo nuovo titolo non è solo un gioco. Kato infatti desidera vendetta contro tutto il genere umano e per raggiungere il suo scopo evoca un potente spirito chiamato Yomotsumono, originato dal risentimento delle numerose cose e oggetti che la gente butta via. Con le fiamme di Yomotsumono, Kato fonde gli innocenti spiriti Yokai per creare delle violente macchine-demone fatte di spazzatura da usare come armata. Sarà compito del Protettore Kirin proteggere l'umanità e riportare la pace nel mondo degli spiriti...

Abbiamo visto questo film pochissimo tempo fa, ovvero lunedì scorso. All'epoca dissi: "La serata si apre con lo schermo invaso da una quantità invereconda di gommapiuma ad opera del nostro idolo Takashi Miike, che in un film incentrato sul folklore giapponese chiamato "The Great Yokai War" ha pensato bene di riempire il set dei bizzarri spiriti che popolano l'immaginario nipponico. Alcuni ci hanno lasciati un po' interdetti, come il nurikabe (spirito-parete) o l'azuki arai (spirito che lava i fagioli). Il film è carino e i mostri sono ben realizzati, sia quelli in costume che quelli in computer-grafica. Le uniche pecche che gli si possono trovare sono la lunghezza (più di due ore, si potevano tagliare un po' di tempi morti) e una trama che si avvale di alcuni espedienti che non ci hanno lasciato molto soddisfatti, specie verso la fine del film." Non ho altro da aggiungere a questa analisi. Godetevi la recensione, opera del buon Felio, di questo ottimo film!
Leggi la Recensione

Ovviamente siamo in ritardo di un giorno perchè Felio ha avuto alcuni contrattempi (no, stavolta, non mi sono scordato di metterla io, l'ho proprio ricevuta in ritardo!), ma ultimamente siamo stati abbastanza puntuali e speriamo ci perdoniate!

The Great Yokai War

Titolo Originale: Yōkai daisensō

Regia: Takashi Miike

Genere: fantastico, avventura, horror

Produzione: Giappone 2005

Durata:
124'

Cast: Ryuunosuke Kamiki, Hiroyuki Miyasako, Chiaki Kuriyama, Bunta Sugawara, Shuntaro Ino, Kaho Minami, Riko Narumi, Etsushi Toyokawa, Kiyoshirō Imawano.

Trama: Un bambino di nome Tadashi Ino di trasferisce in una piccola cittadina dopo il divorzio dei suoi genitori. Ad una festa locale, egli viene scelto per essere il Protettore Kirin dell'anno, protettore di tutte le cose buone. Ben presto però, con l'apparizione di uno spirito malvagio chiamato Yasunori Kato, scopre che il suo nuovo titolo non è solo un gioco. Kato infatti desidera vendetta contro tutto il genere umano e per raggiungere il suo scopo evoca un potente spirito chiamato Yomotsumono, originato dal risentimento delle numerose cose e oggetti che la gente butta via. Con le fiamme di Yomotsumono, Kato fonde gli innocenti spiriti Yokai per creare delle violente macchine-demone fatte di spazzatura da usare come armata. Sarà compito del Protettore Kirin proteggere l'umanità e riportare la pace nel mondo degli spiriti...

Opinione del Club:
Che Takashi Miike sia uno dei più talentuosi registi contemporanei lo sapevamo, che la sua mente abbia prodotto perle apprezzate dal Club quali "Sukiyaki Western Django" come mattoni ultrapesanti come "Deadly Outlaw: Rekka" pure.
E' lo spirito pionieristico che ci siamo impegnati nella visione di un suo (a noi) sconosciuto film, Yōkai Daisensō, il cui nome tradotto NON verrà più detto semplicemente per dimostrare che posso farlo.
Avrebbe potuto essere una epica colata di marciume, oppure un qualcosa di talmente autopunitivo da indurci ad evocare il Molesto cane dei padroni di casa... Ed in effetti entrambe le cose sono avvenute, in un mix che solo Miike poteva proporci.
Non ce ne siamo pentiti, ma è un bene che film del genere restino pochi: veniamo quindi a spiegarvi il perché.

Intanto partiamo dai "contro":
Yōkai Daisensō è un film lungo. Due ore sono tante per chiunque, a maggior ragione aggiungendo qua e là scene incredibilmente lente e - suppongo - pregne di significato per chi possiede un minimo di competenza in critica cinematografica.
Noi siamo un branco di animali ignoranti, e ben di rado siamo toccati dalla profondità di suddetti momenti. C'è da dire comunque che questa pellicola non è lenta nel suo complesso e, anzi, possiede validi momenti di gloria e actione che ben si intersecano nel complesso della trama... Ma in diversi sono arrivati vicino all'autoevirazione dopo più di 10 minuti di sterili dialoghi tra Spiriti che discutevano della propria inutilità.
Se Miike avesse tolto quei trenta minuti di troppo ce lo saremmo goduto davvero di più. Ma recriminare ormai è inutile, quindi passiamo ai (numerosi) punti di forza.

Li chiamo "punti di forza" anche se la voce su cui vanno a incidere è il Livello di Marciume. Perché nonostante il budget impiegato (che non deve essere poco) ed alcuni usi della computer graphic più che validi parecchi mostri sono stati realizzati con ausilio di abbondante gommapiuma, e se c'è una cosa che noi Marci non possiamo che apprezzare è una costumistica efficace realizzata senza rivestire gli attori di oro e diamanti.
In particolare segnalo lo spirito del Kappa (il cugino di campagna di Jar Jar Binks) e la principessa Kawahime entrambi molto realistici... Ed i "gommapiumosi" NuriKabe o"Spirito-parete" e Kasa Obake o "Spirito-Ombrello" i cui dialoghi ci hanno infranto i maroni con dedizione quasi commovente.

Quindi citerò altri spiriti che appaiono nel corso del film, tanto per dilungarmi un pò prima di passare al mitico cattiFo di turno (che in Yōkai Daisensō spicca molto più del piccolo protagonista): Sunekosuri, Kirin, Bakeneko, Noppera-bō, Chochinobake, Rokurokubi, Mokumokuren, Futakuchi-onna, Hitodama, Karakasa, Yuki-onna, Kitsune, Kyonshi, Ookubi, Tanuki, Yama-uba, Hitotsume-kozō, Kappa, otoroshi, ohaguro-bettari, nuri-botoke, Amazake-Babaa, Kejoro, Wanyudo.
Sono tanti, eh?
Ed ancora di più sono i mostri-spazzatura creati dalla fusione di Yōkai catturati dal malefico Katō con veicoli ed elettrodomestici vari. Roba da fare invidia a Terminator, e mossi tra l'altro con effetti speciali che -caso più unico che raro- ci hanno suscitato parecchi commenti positivi.

Ma veniamo al malvagio stregone Yasunori Katō, qui elegantemente interpretato da un maestoso Hiroshi Aramata: uno dei personaggi più emblematici del folklore giappico, è un Onmyoji (Una sorta di esorcista per gli incolti) malvagio e di incredibile potenza.
Questo individuo (che ha -tra l'altro- dato ispirazione per l'immortale Mr.Bison di Street Fighter) per tutta la durata della pellicola fa quel che meglio gli riesce, ovvero dimostrarsi altezzosamente superiore a chiunque, specialmente nei confronti del protagonista per tutta la durata dello scontro finale.
Effettivamente questo non ce lo aspettavamo.
Se c'è uno scontro finale, il buono deve prevalere sul cattivo, no? Ecco, in Yōkai daisensō accade esattamente l'opposto e l'epico stregone spazza i pavimenti della fortezza con il piccolo Tadashi all'apice del suo potere.
Il tutto senza neanche il fiatone.
Ciò sancirebbe la fine del film ed uno dei più traumatici finali a merda della storia del Club Del Marcio... Ma improvvisamente ecco che nel momento del trionfo interviene lui.
Il solo.
Il mitico.
L'ultimo fagiolo Azuki dello spirito -per sua stessa ammissione- inutile Azukiarai, il "Lava-ceci", provoca una reazione a catena che distrugge cattivo & fortezza/demone volante mentre all'esterno una moltitudine di Yokai folleggia come se non ci fosse un domani senza neppure aver capito che è iniziata la battaglia finale.

Effettivamente non ho parlato del protagonista: probabilmente perché non c'è niente da dire su di lui se non che è il classico bambino semi-traumatizzato che si trova sulle spalle il peso dell'essere il nuovo "Kirin Rider" e che dovrà -per sopravvivere- imparare a combattere a una velocità tale da far sfigurare Son Goku.
Momenti -come abbiamo detto- di actione, terore, e molto goblin in questo film di Miike che comunque ha riscosso voti medio/alti dai votanti.

Probabilmente per merito del finale decisamente a merda in cui (ed è solo l'inizio!) il protagonista è cresciuto e da bravo adulto non solo non si ricorda nulla, ma neppure riesce più a vedere gli spiriti attorno a sé...
<Felio>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:

Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"Io sono un po' un romanticone e alla vista della gommapiuma mi commuovo sempre un po'. [...] Durante la visione di questo film ho avuto la tentazione di piangere dalla gioia."
The RedMage

"La computer grafica non era malaccio, si può magari fare un picolo commento sulla qualità delle texture, ma ad essere sincero dopo aver visto un vagone di film di fantascenza dove navette fatte con Rhinoceros vagano nell'infinito spazio di un fondale preso da una mappa celeste..."
Winter

Serata Marcia: Lunedì 11 Aprile 2011

Bella serata in cui il club si riunisce di nuovo quasi al completo: assenti Piumalibera, che ci ha rilasciato incomprensibili giustificazioni in tedesco per la sua assenza, e Lotus, che dopo ben due serate di presenza consecutive effettivamente se ci fosse sato ci saremmo un po' allarmati.

La serata si apre con lo schermo invaso da una quantità invereconda di gommapiuma ad opera del nostro idolo Takashi Miike, che in un film incentrato sul folklore giapponese chiamato "The Great Yokai War" ha pensato bene di riempire il set dei bizzarri spiriti che popolano l'immaginario nipponico. Alcuni ci hanno lasciati un po' interdetti, come il nurikabe (spirito-parete) o l'azuki arai (spirito che lava i fagioli). Il film è carino e i mostri sono ben realizzati, sia quelli in costume che quelli in computer-grafica. Le uniche pecche che gli si possono trovare sono la lunghezza (più di due ore, si potevano tagliare un po' di tempi morti) e una trama che si avvale di alcuni espedienti che non ci hanno lasciato molto soddisfatti, specie verso la fine del film.

Dopo il caffè di rito, la serata prosegue poi con "Santa's Slay". Anche questo film ha un problema di durata, anche se opposto rispetto al precedente, (poco più di 70') e questo provoca una fine un po' brusca che lascia la sensazione che manchi qualcosa, che manchi un vero scontro finale. A parte questo però, il film è molto carino, con una colonna sonora intermante composta da canti di natale in versione metal e soprattutto con un cattivissimo babbo natale, figlio di Satana e di tale Vergine Erika, che vaga per Hell Town sulla sua slitta a reazione trainata da un bufalo bianco (io prima di andare ad abitare in un posto chiamato Hell Town mi farei delle domande, ma lasciamo perdere) incendiando strip club e impalando rosticcieri ebrei con la loro menorah, dopo essere stato costretto per mille anni a rigare dritto per colpa di una partita di curling persa contro un angelo. Semplicemente meraviglioso.

In definitiva una serata tutto sommato più che positiva. Speriamo che lunedì prossimo i dadi ci trattino altrettanto bene.
Film Visionati: The Great Yokai War e Santa's Slay
The Great Yokai War

Santa's Slay

[News] Recensione di Curse of the Maya

Renee, una giovane donna appena reduce da un forte esaurimento nervoso, si trasferisce con il compagno (e psichiatra curante) Jeffrey in una casa nel deserto, vicino al confine con il Messico. Quello che non sanno, è che il luogo è maledetto e che un'intera famiglia di Maya, massacrata anni prima, ora cerca vendetta...

Questo film era piuttosto indegno. Ma non mi dilungherò inquesto spazio su  quanto fosse orribile e noioso, tanto ne ho già parlato più che a sufficienza nella recensione, questa settimana miracolosamente in orario.
Leggi la recensione

Curse of the Maya

Titoli Alternativi: Evil Grave, Dawn of the Living Dead

Regia: David Heavener

Genere: Horror

Produzione: USA 2004

Durata: 90'

Cast: David Heavener, Amanda Baumann, Joe Estevez, Todd Bridges, Steven Bracy, Carrie Gonzalez, Robert Bustamante, Alfredo Hernandez

Trama: Renee, una giovane donna appena reduce da un forte esaurimento nervoso, si trasferisce con il compagno (e psichiatra curante) Jeffrey in una casa nel deserto, vicino al confine con il Messico. Quello che non sanno, è che il luogo è maledetto e che un'intera famiglia di Maya, massacrata anni prima, ora cerca vendetta...

Opinione del Club: Un film assolutamente indegno, con pochissime idee sviulppate male e poste in opera anche peggio. Durante il film abbia stilato una lista di persone che qualcuno dovrebbe prendersi la briga di andare a cercare con un fucile e uccidere, tanti erano gli aspetti tecnici del film completamente sballati.

Il primo della lista è il tecnico dell'Illuminazione, una figura che tutto sommato non è tra quelle tradizionalmente più importanti per un film, ma l'evidente criminalità con cui il ruolo è stato svolto ci ha portato immediatemente a includere il simpatico tecnico in cima alla nostra lista nera. A parte alcuni filtri applicati in modo abbastanza discutibile, e senza neanche entrare nel dettaglio dei soli rosa, a volte le tonalità di un paesaggio cambiano completamente quando questo viene incquadrato da due punti diversi, per esempio quando la visuale oscilla tra i punti di vista di due persone diverse durante una conversazione.

Il secondo individuo ad attrarre le nostre ire è stato il cameraman (o presumibilmente, i cameramen), responsabile di una serie di inquadrature a dir poco oscene che includevano una serie di primi piani in cui veniva tagliata la prte superiore della testa degli attori.
Vorremmo esprimere il nostro disappunto anche verso il tecnico del montaggio (dove per "esprimere" intendiamo "scagliare" e per "disappunto" intendiamo "missile termonucleare"). Sequenze di immagini successive (come le conversazioni di cui sopra) hanno talvolta sfondi completamente diversi, per esempio a un certo punto dietro i due interlocutori si vede un folto verde, poi i due si incamminano via e ai loro piedi c'è solo una brulla pietraia.

Andando avanti, si cominciano a toccare alcuni elementi più in vista. La recitazione delle maggior parte degli attori era da film porno. Erano anche doppiati veramente male, anche se questo non è colpa della produzione. Da notare che il doppiatore del fidanzato della protagonista era riconoscibile come lo stesso del professor Denzel Crocker di "Due Fantagenitori", un fatto che ha provocato non poca ilarità tra i presenti. Va detto che il casting è stato fatto un po' così, come capitava, per cui il suddetto personaggio ha una buona ventina di anni più della sua fidanzata e paziente. E potremmo continuare.

Andando avanti, il prossimo nome sulla lista nera è quello dello sceneggiatore. Si parte da alcuni dettagli che sono completamente privi di senso (come l'apparizione, completamente insensata, di un piccolo campo di mais) o mal spiegati (nel cielo compaiono progressivamente sempre più soli di colore rosa, ma il motivo non ci viene mai comunicato) alla presenza di alcuni filoni di trama del tutto inutili (come la saga degli immigrati clandestini). La trama era in generale terribilmente già vista e poco originale.

Last but not least, vorremmo fare una menzione speciale per chiunque abbia scelto le locazioni. Probabilmente non ci saremmo trovati a infamarlo se il tecnico del montaggio fosse stato una persona onesta, ma per scegliere una casa tanto brutta, costruita in un posto tanto brutto. per girare un film merita anche lui il plotone d'esecuzione.

Il film ha alcuni spunti marci, intendiamoci, in parte nati dal nonsense della trama, in parte dal fatto che è pur sempre un film di zombie (e gli zombie sono realizzati ragionevolmente bene tutto sommato, come si può notare dal fatto che il truccatore non è nella nostra lista nera) e in parte dal supporto comico di bassa lega che si è scelto di mettere (uno dei personaggi è un nero deforme). Presente verso la fine anche un pregevole neonato zombie. Da segnalare poi il finale a cazzo, che non vi sveliamo nel caso vogliate vedere questo film, ma vi basti sapere che alla luce della trama precedente non ha alcun senso.

In definitiva un film da evitare. Se vi interessa il genere sicuramente nella marcia videoteca potrete trovare altri titoli più degni di essere visti.

<The RedMage>


Voto del Club:


Qualità Cinematografica:

Livello di Marciume:


Hanno Detto:
"Faceva schifo. Dovremmo guardarne più spesso di titoli così."
Capitan Ano

"Era stata avanzata l'ipotesi di fucilare pubblicamente i doppiatori per il pessimo lavoro svolto ma l'idea di privare il professor Crocker della sua voce italiana mi rattristerebbe assai."
Felio

"Da fucilare non sarebbero solo i doppiatori, ma anche gli sceneggiatori, il regista, il tecnico delle luci, gli attori (inespressivi), il/i cameraman, chiunque abbia fatto il montaggio... I soli rosa che si moltiplicano come funghi e poi si avvicinano diventando per un breve momento l'ombra di Topolino erano una cosa spettacolare!!"
PiumaLibera

Serata Marcia: Lunedì 4 Aprile 2011 - Il peggio del peggio

In questa occasione, per festeggiare assolutamente niente di particolare, ci siamo lanciati nella proiezione di due pellicole che ci erano già note, ma che erano state viste molto tempo fa, o da solo alcuni membri del club. E non parliamo di due pellicole a caso, ma di due la cui bruttezza adamantina ci aveva particolarmente colpito. Per celbrare questi pinnacoli del brutto, il club si è riuntito al gran completo.

Ad aprire la serata una ruggente cena a base di specialità cinesi take-away del rifornitore ufficiale del club, la rosticceria "Il Cuore d'Oro". Se contassimo quante volte abbiamo lasciato che i loro ravioli stuprassero i nostri fegati probabilmente sverremmo. Ma stiamo divagando.

A seguire ci siamo lanciati nella visione di "Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel '300...", una pellicola caratterizzata dall'assenza di una trama, dalla presenza di personaggi insensati, da un montaggio criminale, da una recitazione da film porno e da una frase di chiusura a modo suo notevole ("Ma perché nella mia vita devo sempre cadere su qualcosa di duro?"). Il film avrebbe dovuto essere, almeno ufficialmente, di genere erotico, ma tutto sommato per un film di questo tipo era abbastanza casto. A inizio film, con nostro grande sollievo, ci è stato comunicato che "comunque il regista per fortuna è morto", una notizia che abbiamo accolto con un certo sollievo. Speriamo che ai cameramen sia toccata la stesa sorte.

La serata è proseguita con "La Croce dalle Sette Pietre", un film per il quale stando a Magneto, che la sa lunga, "lo stato italiano ha speso dei soldi". La pellicola parla di una specie di lupo mannaro che si trova a dover affrontare la criminalità organizzata napoletana nel tentativo di riottenere la sua croce gemmata, un artefatto capace di interrompere le sue trasformazioni in uomo lupo. A parte i costumi imbarazzanti, è veramente senza prezzo vedere quando, all'inizio, un cultista cerca di evocare il malvagio demone Aborym ordinandogli di mostrars con lo stesso tono con cui ci si potrebbe rivolgere a un amico incontrato per strada.
Film Visionati: Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel '300... e La Croce dalle Sette Pietre

Riti, Magie Nere e Segrete Orge nel '300...

La Croce dalle Sette Pietre

[News] Recensione di Zebraman

E' il 2010. Un maestro delle elementari e capo famiglia, Shinichi Ichikawa vive con la moglie che lo tradisce, con sua figlia che si prostituisce e con suo figlio che subisce continuamente atti di bullismo per via della presenza del padre nella scuola. Per scappare dalla vita di tutti i giorni, Shinichi segretamente si maschera di notte come "Zebraman", il protagonista di un'omonima e poco popolarie serie tv degli anni 70 che egli guardava quando era bambino fino a quando non fu cancellata dopo il diciassettesimo episodio.
Dopo aver incontrato a scuola un bambino su di una sedia a rotelle da poco trasferito di nome Shinpei Asano, anche lui fan di Zebraman, Shinichi non solo riscopre la voglia d'insegnare ma s'innamora anche della madre del bambino. Allo stesso tempo strani crimini e apparizioni sono in aumento nella zona intorno alla scuola dove lavora Shinichi.Una sera mentre si reca da Shinpei con il costume di Zebraman per fargli una sorpresa, Shinichi è assalito da un serial-killer con indosso una maschera di granchio, è così costretto a difendersi ottenendo all'improvviso i fenomenali poteri di Zebraman nella realtà. Shinichi si accorge ben presto che è in atto un'invasione aliena e che solo lui potrà affrontarla...


Eccoci qua con l'appuntamento settimanale della recensione marcia (è vero... qui tutto è marcio!). Questa volta vi proponiamo una "giapponesata" di ultima generazione, diretta dalla sapiente regia (proprio sapiente no, però è l'ideale con cui si gira un film quello che conta, giusto?) di Takashi Mike: Zebraman!
Un film pieno zeppo di elemeti notevolmente trash e assurdi ma che comunque mantiene un suo perché, come ci spiegherà il buon CapitanAno nella sua recensione. Quando lo abbiamo visto al Club c'è piaciuto abbastanza e ci sono stati alcuni momenti di esaltazione per certe scene, quindi vi lascio senza altro indugio alle sapienti e irriverenti righe del Capitano così potrete farvene un'idea.
Leggi la Recensione

Zebraman

Regia: Takashi Miike

Genere:
Commedia/Azione

Produzione:
Giappone 2004
 

Durata: 115'

Cast:
Shô Aikawa, Kyôka Suzuki, Atsurô Watabe, Yui Ichikawa, Kôen Kondô, Naoki Yasukôchi, Makiko Watanabe, Keisuke Mishima, Yu Tokui

Trama:
E' il 2010. Un maestro delle elementari e capo famiglia, Shinichi Ichikawa vive con la moglie che lo tradisce, con sua figlia che si prostituisce e con suo figlio che subisce continuamente atti di bullismo per via della presenza del padre nella scuola. Per scappare dalla vita di tutti i giorni, Shinichi segretamente si maschera di notte come "Zebraman", il protagonista di un'omonima e poco popolarie serie tv degli anni 70 che egli guardava quando era bambino fino a quando non fu cancellata dopo il diciassettesimo episodio.
Dopo aver incontrato a scuola un bambino su di una sedia a rotelle da poco trasferito di nome Shinpei Asano, anche lui fan di Zebraman, Shinichi non solo riscopre la voglia d'insegnare ma s'innamora anche della madre del bambino. Allo stesso tempo strani crimini e apparizioni sono in aumento nella zona intorno alla scuola dove lavora Shinichi.Una sera mentre si reca da Shinpei con il costume di Zebraman per fargli una sorpresa, Shinichi è assalito da un serial-killer con indosso una maschera di granchio, è così costretto a difendersi ottenendo all'improvviso i fenomenali poteri di Zebraman nella realtà. Shinichi si accorge ben presto che è in atto un'invasione aliena e che solo lui potrà affrontarla...

Opinione del Club:
Gli anni 70 in giappone sono stati costellati da telefilm assurdi, ma d'altronde chi non ha amato i Power Rangers che è la versione americanizzata di tali serie?

E chi se non Takashi Miike poteva realizzare un tributo a tali serie con la grinta che lo contraddistingue? La stessa grinta e verve che lo ha portato ad onorare con grande successo Django e Yattaman.

Zebraman è un film che ha tanti difetti, che possono essere i vari momenti morti farciti di interminabili dialoghi, una computer grafica terribile che farebbe distrarre la madonna dal frignare per i'cristo in croce ed una storia che fa buchi da parecchie parti in particolare nello spiegare la presenza degli alieni in città e di come i loro attacchi si plasmino sui pochi episodi trasmessi di Zebraman.

Tuttavia ha dei buoni momenti con quelle settantiane coreografie di combattimento, i mostri gelatinosi, la zebramoto - che ho apprezzato particolarmente -, il climax dei costumi che evolvono pian piano che zebraman acquista consapevolezza di se stesso sino all'obiettivo ultimo di volare. Inoltre vorrei sottolineare la prestazione del protagonista che interpreta perfettamente la parte dell'uomo fallito con una famiglia distrutta che lo disprezza, con un lavoro privo di soddisfazioni e che trova consolazione solo nel ricordare le avventure del suo supereroe preferito e nel riprodurre grossolanamente il suo costume.

Il nostro Zebraman poi vestendo il costume riuscirà ad ottenere i superpoteri e combattere i malvagi alieni, ovviamente senza alcun motivo, ma, secondo il modesto parere del sottoscritto, in questo film Takashi Miike non vuole trovare un motivo plausibile per cui il pacioso e depresso professore riesca a spolverare la testa alla gente con lo "zebra bomber" o lo "zebra kick" solo indossando un costume a strisce, ma vuole dire allo spettatore - probabilmente attonito per le idiozie appena viste - che ha più senso inseguire i propri sogni e credere in essi, piuttosto che marcire col rimpianto di non averli mai tirati fuori dal cassetto, è per questo che Shinichi sgomina i cattivi semplicemente urlando "Zebra Kick", perchè crede nel suo sogno, lo rincorre e alla fine lo riesce a raggiungere.

Poi vabbè, che il film sia farcito di cazzate è un dato di fatto, ma credo che non ci sia un messaggio migliore di uno truccato con la comicità.
<CapitanAno>



Voto del Club:


Qualità Cinematografica:


Livello di Marciume:




Hanno detto:

"I combattimenti diventano via via che si prosegue nel film sempre più folli come vuole la tradizione delle giapponesate: all'inzio si comincia con qualche pugno, salto o piroetta sopra le righe, ma poi si arriva a mostri di gelatina giganteschi, zebre alate e raggi di energia con esplosioni..."
Il Drugo

"Infermiere sexy vestite da zebra?"
Black_Lotus