B-Movies e Cinema Trash


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Barbarian Queen

Regia: Héctor Olivera

Genere: Fantasy

Produzione: USA / Argentina 1985

Durata: 70'

Cast: Lana Clarkson, Katt Shea, Frank Zagarino, Dawn Dunlap, Susana Traverso, Victor Bo, Arman Chapman

Trama: In un pacifico villaggio di barbari si stanno celebrando le nozze fra il principe Argan e la futura regina Amethea. Durante la festa però il villaggio è assalito dall'esercito di una potente città vicina e la maggior parte dei barbari viene uccisa o ridotta in schiavitù. La regina Amethea, essendo il principe stato catturato e la sorella Taramis stuprata, si unisce ad altre due donne guerriere del villaggio sopravvisute ed insieme si recano alla città per liberare la propria gente e cercare vendetta...

Opinione del Club: Lode alle spade pacco , lode alla simil-pelliccia, lode al cuoio sintetico, alle borchie e alle ambientazioni improbabili... Degno spin-off della saga di Death Stalker questo modesto “sword and sorcery” riesce a regalare 70 minuti di tutto quello che vi aspettereste da un film del genere: tette e sangue (80% di tette e 20% di combattimenti grazie ad un cast tutto al femminile d'incazzatissime amazzoni) che unite ad una trama tutto sommato lineare e coesa riescono a rendere più che godibile questa produzione di bassissimo livello.

Lana Clarkson, già vista in DeathStalker I è Amathea, la “Barbarian Queen” appunto, la cui bucolica vita in un lercio villaggio presso un fiume putrido è rovinata dall'arrivo dei “cattivi” (razziatori che alcune recensioni ardiscono definire Romani ma che noi, vista la mancanza di un qualsivoglia elemento che li contraddistinguesse come tali, abbiamo deciso di considerare banali balordi fantasy) che le distruggono il paesello, le rapiscono il popolo, compreso il bel fidanzato da cui stava per essere impalmata e le stuprano la sorella (ah il mondo "alla Conan" quando le donne le prendevi al laccio sulla riva del torrente...).

Comprensibilmete alterata per non aver potuto indossare l'abito da sposa di pelliccia ed essere stata sepolta sotto le macerie della sua lussuosa capanna recupera la retorica femminista dei suoi giovanili circoli di autocoscienza e giurando “I'll be no man's slave and no man's whore and if I couldn't kill them all... I swear I'll try it” (miglior frase del film) raccoglie un party di guerriere e si avvia verso la fortezza nemica per liberare il suo popolo.

Seguiranno una terribile navigazione su un fiume così sudicio da sembrare l'Arno all'altezza di Pisa, incontri sanguinosi con pattuglie di nemici e bande di ribelli e inizierà l'infiltrazione delle guerriere nella cittadina, ardito esempio di architettura simil-hyboriana di pali aguzzi, paglia e sterco essiccati .
Qui lo spettatore può legittimamente farsi qualche domanda su queste tizie: ma sono temibili o fanno finta? Perchè un minuto sono lì a massacrare nemici come se non ci fosse domani, quello dopo vengono catturate, denudate e violentate senza quasi opporre resistenza, il record di stupidità è stabilito dalla sorella di Amathea che finisce a fare la schiava del capo e uno si chiede tutto il tempo se abbia la sindrome di Stoccolma o stia attuando un astuto piano d'infiltrazione.


La cittadina comunque regala una vagonata di personaggi orrendi e improbabili: dal grasso e trucido capo dei cattivi all'untuoso eunuco del bordello su cui il CapitAno ha chiesto a gran voce uno spin-off. Comunque le ragazze che non vengono fatte fuori passano l'ultima parte del film a organizzare un complicatissimo piano di rivolta che prevede un attacco combinato di: amazzoni, gladiatori, ribelli e bifolchi (teorici dell'insurrezione tremate) correndo da una parte all altra della "città" e allestendo demenziali orge con fenomenali profusioni di tette per distrarre i nemici.

Il finale è ricco di colpi di scena e crea nel suo crescendo di delirio (doppi-tripli giochi svelati, gladiatori in lotta, ribelli nelle strade, bifolchi dalle campagne) addirittura una certa tensione, peccato che l'attesissimo scozzo duri decisamente troppo poco. Impagabile il bel principe che alla fine bacia la fidanzata con l'espressione di quello che ha portato il contributo fondamentale alla vittoria nonostante non abbia fatto una beneamata mazza fino a 30 secondi dalla fine.

In generale il comparto tecnico del film è poverissimo, con bruttissime ambientazioni di desolate campagne argentine (eh sì è girato in Argentina) e fintissimi villaggi in cui un cortile di capanne di paglia e una cantina sono filmati da ogni angolazione possibile, terribili costumi e arredi improponibili (ho già detto pellicce ?!) e una fotografia scadentissima ma il tutto è come dire: trashosamente amalgamato e in definitiva tollerabile.

Validi i combattimenti (anche se montati malissimo e con effetti imbarazzanti) con una ricca messe di decapitazioni, mutilazioni ed evirazioni. Ce ne sarebbe voluto qualcuno in più (e più lungo come già detto) e qualche chiacchiera in meno: dal lato dei dialoghi ci si annoia un po' a seguire i vari piani e intrighi e in alcuni punti si ha la sensazione che non stia accadendo molto.
Le attrici , a parte Lana Clarkson, non sono così fighe come la splendida locandina sembrerebbe suggerire ma comunque bellocce e varie (bruna, bionda, rossa...) e fanno come ho detto più volte amplissimo sfoggio delle loro grazie; tutti indistintamente, uomini e donne, recitano malissimo a parte sempre Lana Clarkson che, davvero bella e carismatica; diciamocelo: è l'unica cosa che tenga insieme questa pellicola; la nostra eroina è poi protagonista della scena più incredibile del film... Reggetevi forte: catturata dai cattivi è condotta in un dungeon dove viene denudata e torturata alla ruota da uno... scienziato ebreo (sì, porta una kippah), che prima la titilla con un guanto d'arme robotico (sigh) spiegandole che lo sta facendo per “la scienza” e dopo vede bene di calarsi i pantaloni e penetrarla. All'inizio l'amazzone sembra subire, ma ad un certo punto l'orrido sadico inizia a lamentarsi che lei sta stringendo troppo... Cioè che gli sta stritolando il pene! Ebbene sì, la nostra eroina è una guerriera come si deve e ha sviluppato a dovere i muscoli vaginali a tal punto che con essi riesce a stritolare un fallo! Una scena incredibile mai vista prima e credo non lo sarà mai più: la protagonista che ribalta la situazione con l'uso dei muscoli vaginali (tuffando il viscido individuo in una vasca d'acido da questi intelligentemente posta alle proprie spalle).

Ancora, rispetto ai Deathstalker, mancavano: scene riciclate a cazzo (per fortuna) e una musica epica (purtoppo), comunque l'opera regge il confronto con i primi due capitoli della saga.
Se amate il genere non fatevelo sfuggire, inoltre è davvero corto, un vantaggio non da poco davanti a film di cotanta bruttezza.
<Lord Magneto>


Voto del Club:

Qualità Cinematografica
:

Livello di Marciume
:


Hanno detto:

"Ah dimenticavo... buona la ricostruzione storica"
Il Drugo

"Attendo con ansia lo spin-off dell'eunuco del bordello."
CapitAno

1 commento:

The RedMage ha detto...

Ho sistemato un po' la punteggiatura inventiva di Magneto (che però lodo per la sua attenzione grammaticale). A parte quello, recensione letta e apprezzata, Magnetino dovrebbe scriverne di più!