B-Movies e Cinema Trash


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Maciste, l'Eroe più Grande del Mondo

Regia: Michele Lupo

Genere: Peplum

Produzione: Italia 1963

Durata: 99'

Cast: Mark Forest, José Greci, Giuliano Gemma, Erno Crisa, Mimmo Palmara, Livio Lorenzon, Piero Lulli, Paul Muller, Eleonora Bianchi, Jacques Herlin

Trama: Udor è un regno in declino, nei tempi andati era un regno prospero ma ora è costantemente minacciato dalla potente città rivale di Cafaus. Le due città sono anche arrivate alla guerra con esito disastroso per Udor, che ha dovuto sottostare a pesanti condizioni imposte dai vincitori: ogni anno 24 ragazze vergini dovranno essere inviate a Cafaus per esserte offerte in sacrificio umano al dio della città. Maciste vive lontano da queste due città ed ignora la situazione, finché un giorno transita per Udor proprio durante la cattura delle ragazze per il sacrificio. Maciste decide di intervenire per liberare le ragazze coinvolgendo così se stesso e i suoi amici in una rivolta per deporre il sovrano inetto e tiranno di Udor...

Opinione del Club: Ricordavo questo film dall'infanzia e via via che lo rivedevo dovevo mordermi la lingua per non spoilerarlo scena per scena; peplum di forzuti nel suo stato di grazia, un esaltante zibaldone di luoghi comuni dei film d'avventura/storici: amore, tradimento, giustizia per i deboli e tanti bicipiti che ci ha tenuti allegri per la tarda parte della serata.

Il film si apre benissimo introducendo i sacrifici di giovani vergini (olè) che lo sconfitto regno di Udor deve ogni anno al malvagio regno di Cafaus, i cui abitanti sono tutti stronzi, con un ghigno stampato sulla faccia e vestono sempre di nero, giusto per mettere in chiaro quanto sono cattivi.
Ma il buon Maciste appena tornato dal suo soggiorno di allenamento all'estero (dai Kirghizi di cui è il terrore probabilmente) non può tollerare questa grave offesa all'onore sessuale della nazione e quindi vede bene di destrutturare a cazzotti la struttura semiotica dell'oppressione cafausiana e del collaborazionismo udoriano con il nemico.
Il suo estremismo, malattia infantile del culturismo, viene prontamente corretto dal Partito Rivoluzionario Forzuto occultatosi nelle palestre gladiatorie dove sta organizzando l'insurrezione armata, una folta schiera di aitanti sollevatori di colonne di polistirolo tra i quali spiccano Xandros il fighetto della situazione interpretato da un pimpante e fuoriluogo Giuliano Gemma, il forzuto grosso di cui per tutto il film non viene pronunciato il nome e Evandro alias il capitano Picard visto che è calvo e guida le gloriose truppe forzute. A dimostrare l'avanzamento della loro prassi politica c'è poi la presenza dello sfortunato e fastidiosissimo nano Golia (antenato probabilmente del Gargilli Gargiulo di sardelliana memoria) che "delizierà" lo spettatore per tutto il film con i suoi puerili lazzi e le sue penose battute.
Il Partito sfrutta il bel aspetto di Xandros per cercare di avvicinarsi alla erede al trono da sostituire alllo stolido reggente per portare avanti la lotta contro l'odiato imperialismo di Cafaus ma alla fine in un turbine d'intrighi e tradimenti, corse di bighe, battaglie navali, incursioni nei sotterranei, rivolte popolari, leoni inferociti, prende il potere con una bella insurrezione e instaura il Soviet Forzuto al potere.
Ma non è finita qui: per instaurare un regno di pace, giustizia e muscoli unti i forzuti devono ancora salvare la principessa rapita dal malvagio ambasciatore di Cafaus e sconfiggere il regno nemico.In un delirio di colpi di scena... no via fate lo sforzo di guardarvelo, sono risate garantite.

Nessuno dei personaggi, un orda di fisicati anni '60 dagli abnormi pettorali, qualche caratterista e una bella ma insulsa attrice che interpreta la principessa, spicca per particolari doti interpretative, tutti fanno la loro parte a dovere, solo il Nano Golia, tracciato con la grazia della rappresentazione psicologica di un nero in una commedia americana degli anni 40, risulta più fastidioso che divertente.

Tecnicamente la pellicola è buona, la sceneggiatura scorre senza tempi morti con tanti colpi di scena, la regia è adeguata, la fotografia di buon livello (merito forse anche della buona fonte di download), la ricostuzione storica... diciamo che il livello di confusione di questo "mondo antico" è ai massimi livelli: elementi greco-romani-fenicio-persiani si mischiano in un disarmonico pastrocchio di avanzi di scena dei magazzini di Cinecittà. Comunque la scena dell'attacco navale alla "sacra trireme" era decisamente ben fatto, peccato la barca stesse palesemte ferma in una piscina.

Da annoverare la presenza di un attore vestito di una incredibilmente antiestetica pelle di leopardo che ad un certo punto viene gettato in un buco (da noi soprannominato il dimenticatoio) e non si sa più che fine faccia. E' stato richiesto a gran voce uno spin-off sul buco nel muro.

Una visione tutto sommato liberante, trash all'ennesima potenza ma senza sofferenze immeritate.
Unica pecca: Maciste non fa molte cose da forzuto, solo alla fine divelle delle manette che lo tengono bloccato ad un tavolaccio da tortura.
<Lord Magneto>


Voto del Club:


Qualità CInematografica:


Livello di Marciume:



Hanno detto :
"Vorrei sapere la provenienza del misterioso campanello da reception presente nel deserto (in una scena di battaglia)."
The RedMage

"Manca da dire solo che il re di Udor è il grande Piero Lulli, attore fiorentino tanto caro a noi del club - ed in particolare a me - per la magniloquente interpretazione di Grande Full in "Una Nuvola di Polvere, un Grido di Morte, Arriva Sartana"
Capitan Ano

2 commenti:

Winter ha detto...

ci tengo a precisare che nel bailame storico che aleggia in questo film e nella sala del trono di Grande full, re di udor, c'era anche una stata in stile ittita a caso.

The RedMage ha detto...

C'erano un sacco di cose a caso, direi, principe tra tutte il misterioso dimenticatoio nel quale va a finire a un certo punto un soldato.