Genere: Peplum
Produzione: Italia/Francia/Spagna 1964
Durata: 100'
Cast: Sergio Ciani, Renato Rossini, Nadir Moretti, Yan Larvor, Luciano Marin, Hélène Chanel, Moira Orfei, Arnaldo Fabrizio, Lia Zoppelli, Attilio Dottesio
Trama: Ercole, per conquistare la mano di Onfale, dovrà combattere contro l'uomo più forte del mondo. Sansone. Nemea, madre di Onfale, fedele alla dea Atte, spedisce un'ambasciata a Sansone, il quale accetta la sfida ma viene trattenuto dalla gelosa Dalila che gli recide le chiome, privandolo così della sua forza. Gli ambasciatori di Lidia, che non comprendono le ragioni del ripensamento di Sansone, lo fanno rapire da Ursus, un bravaccio tutto muscoli che verrà esemplarmente punito dal paladino dei deboli, Maciste. Il terzetto giunge nella Lidia con l'intenzione di aiutare Ercole, ma i loro progetti sono prevenuti da Inor, innamorato di Onfale, che rapisce la fanciulla...
Opinione del Club: Film del periodo tardo-peplum (quando cioè il genere era ormai in declino) questa pellicola può definirsi la summae di tutti i cliché del genere, personaggi compresi.
Di solito un film prevede un singolo protagonista epico, unto e muscoloso... Qui siamo particolarmente fortunati avendone ben quattro nella stessa pellicola! Come e perché riescano a coesistere resta per noi un mistero e -no- aver visto il film nella sua interezza non ci ha comunque dato modo di ottenere una spiegazione.
Ma i bicipiti abbondano, gli addominali si sprecano e gran parte del Club è rimasta profondamente soddisfatta da una pellicola che ben riassume questo glorioso e autopunitivo genere.
Come già detto, la trama è alquanto forzata... E in fin dei conti non potrebbe essere altrimenti data la teorica lontananza cronologica e geografica dei quattro Invincibili. La storia però deve andare avanti, e poco importa se due o tre giorni di viaggio a cavallo bastano per raggiungere gli angoli più remoti della terra (in questo caso la georgica dimora di Sansone).
Quanto al resto della storia, tutto è utile a dare scuse ai forzuti di menare le mani e compiere improbabili sollevamenti di oggetti. Mai una lama si leva sui quattro, abili ed esperti nell'arte del disarmo e del ribaltamento del peone di turno.
La caratterizzazione dei personaggi, poi, merita un discorso a parte. Sono davvero tanti stavolta (tra i forzuti e le macchiette di contorno) e di uno spessore quasi commovente.
Ambientata in un fantasioso periodo metà antico greco e metà romano la storia parte offrendoci un maciste che -indeciso sulla direzione da prendere- decide di sfidare le direttive del divino genitore Zeus alla ricerca della topa di avventure adeguate alla sua grandezza (tutti noi abbiamo approvato la scelta, a onor del vero).
Personaggio ben poco eroico e molto incline a menar le mani, possiede un QI davvero imbarazzante sebbene nel corso della storia si prodighi in sporadici atti di disinteressato altruismo.
Ursus (autodefinitosi "figlio di un cane" per il nostro sollazzo) in questo film ha ben poco del ribelle romano e giocando in questo caso il ruolo di tizio grande, grosso, palestrato e prepotente. Di parecchio più forte della media dei peoni che popolano questo film fa il bello e il cattivo tempo fino a quando il trovarsi con altri tre superpalestrati e protagonisti non lo mitiga di parecchio.
Ah, come lui stesso ci fa notare... E' molto astuto!
Quanto a Maciste (stavolta nato non dalla pietra), giunge come da programma avvertendo ingiustizie nei paraggi, in questo caso quelle perpetrate da Ursus. In questo film si limita a portare giustizia ed equità mediante manate.
Ultimo ma non meno importante, Sansone.
Presentatoci con una capigliatura imbarazzante ed un naso in effetti molto ebreo, passa metà del film piangendosi addosso causa "accidentale" pèrdita dei capelli per poi ritrovare forza e benedizione divina nel momento del bisogno (ovvero quando il film comincia a farsi noioso).
Il resto del cast include una pletora di antichi greci (o italici, la differenza è minima) che dovrebbero manenere un minimo di decoro, ma che finiscono per sguazzare in una recitazione degna dei peggiori prodotti di cinecittà.
Ma alla fine l'effetto è particolarmente comico, ed il vedere re e regine che dialogano come dei fruttivendoli -massimo rispetto per la categoria, intendiamoci!- ha il suo perché.
Quale esso sia non ci è dato saperlo... Ma finché fa ridere, nessun problema.
Menzione speciale al nano che in quel periodo offriva il volto per tutti i nani dei film made in Cinecittà, che qui non poteva mancare.
Furbo quanto basta per sfuggire al forzuto di turno dopo averlo gabbato in maniera assai poco dignitosa, pare essere immune ad ogni forma di violenza al pari di molte specie protette. Abilità utile, in un film dove cazzotti e proiezioni sono soggetti a svalutazione...
In definitiva questa pellicola è un film interpretabile un po' come pare al singolo spettatore. Terrificante e inguardabile se ci si pone in mente di vedere una pellicola decente o quantomeno sensata... Epico ed uno dei peplum più insensati e divertenti se ci si ricorda -anche per un istante- che i punti di forza di questo film sono i muscoli e
tanto, tanto olio!
<Felio>
Voto del Club: | |
Qualità Cinematografica: | |
Livello di Marciume: |
Hanno Detto:
"E' un peplum divertente, più che altro per la trama totalmente arzigoggolata e priva senso. Del resto dovevano trovare non una scusa, ma ben 4 scuse per far incontrare Ercole, Sansone, Maciste e Ursus in un unico film."
Il Drugo
"Un tripudio di forzuti, muscoli, sudore, botte e situazioni prive di senso."
Psycomachius
"Il film era veramente bello, cioè in realtà faceva cacare però era bello anche se era brutto. Insomma era bello, no faceva schifo... boh... non... era bello..."
Capitan Ano
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