Regia: Steven Seagal
Genere: Azione
Produzione: USA 1994
Durata: 105'
Cast: Steven Seagal, Michael Caine, Joan Chen, John C. McGinley, R. Lee Ermey, Shari Shattuck, Billy Bob Thornton, Richard Hamilton, Chief Irvin Brink, Apanguluk Charlie Kairaiuak, Elsie Pistolhead, John Trudell, Mike Starr, Sven-Ole Thorsen
Trama: In Alaska una compagnia petrolifera, la Aegis Oil Company, commette crimini ai danni delle persone e dell'ambiente per ottenere maggiori profitti. Per fermare tutto ciò, Forrest Taft, un esperto delle trivellazioni appartenuto alla CIA, rischierà la vita in una sfida armata contro la società petrolifera per cui lavorava...
Opinione del Club: Siamo nel 1994, Steven Seagal è diventato uno delle punte di diamante della Warner bros forte del successo di "Nico", "Programmato per uccidere", "Giustizia a tutti i costi" e dell'eccezionale incasso ai botteghini di "Trappola in alto mare". A questo punto Steve ha anche il ruolo di regista e con la sua munifica impronta vuole trasformare un blockbuster in un inno ecologico ed uno scudo ideologico per i diritti della natura.
Lui - a cui avrei messo la maiuscola anche se non fosse stato dopo un punto - lavora sulle piattaforme petrolifere, ovviamente la sua mansione consiste nel far deflagrare ogni cosa per rimettere a posto gli incendi sulle piattaforme. Figurati se gli bastava fare l'ingegnere.
Il malvagio imprenditore del petrolio - Michael Caine - è così bieco che vuole inquinare tutta la l'Alaska, uccidere tutta la popolazione locale e mettere a rischio tutti i lavoratori delle piattaforme per ingrassarsi con il verde smeraldo dei dollari. Purtroppo il suo madornale errore è aver stipendiato Steven Seagal per risolvere i problemi e Lui lo fa alla sua maniera.
Come vorrei poter dire che "Sfida fra i ghiacci" prosegue in una continua escalation di fuoco e fiamme. Ahimè, non è così. Dopo uno scoppiettante inizio dove si svolge la scena migliore del film e - mi permetto di aggiungere - una delle migliori di sempre, il film si perde in lunghe sequenze di mezza romanza con l'indigena fica di turno, scene smongolanti con lo sciamano di questi indio-esquimesi in cui Steven Seagal ha visioni mistiche ispirate dalla natura, che pare abbia assunto chissà quale bizzarro fungo, lunghi dialoghi per far vedere come sia cattivo Michael Caine insieme al suo sgherro John C. McGinley - che poi diventerà particolarmente famoso per l'interpretazione del Dottor Cox in Scrubs - e come siano buoni i poveri negrisquimesi e come il capitalismo selvaggio porti la distruzione della natura, dei costumi autoctoni e dei più deboli. Olè. Tutto mitico. Ma la violenza?
Steven ha ragione a voler sottolineare certe tematiche e certi crimini che tutt'ora devastano la terra, ma non è fatto per questo, così come Stallone non era fatto per recitare in "Fermati o mamma spara", il nostro eroe è fatto per spaccare le ossa, girare colli, invertire legamenti, tagliare gole, brutalizzare nemici inermi, odiare, spezzare ginocchia, vomitare piombo, aprire teste, cavare occhi, strappare denti, avere parrucchini imbarazzanti, ingrassare, salvaguardare minoranze etniche, picchiare donne, armeggiare katane contro rastafariani, sconfiggere la yakuza, smontare armi letali per usarle come brutali oggetti contundenti, ammaliare le donne che poi lo ripugnano, avere una carriera ventennale senza saper recitare, ammazzare zombie con l'aikido, sgominare bande di negri, seminare il panico nelle prigioni, salvare impotenti gerarchi gettandosi nel vuoto, scatenare mortifere sparatorie, sconfiggere epidemie e fare del buon blues.
Per i film denuncia ci vuole un palle mosce come Nanni Moretti o Roger Moore. Qualcuno ha mai visto Moretti fare a cazzotti? No e c'è un motivo.
Tuttavia quando ormai la platea ormai si addormenta ecco che arriva il tanto agognato "Final Showdown" in cui Steven mette a ferro e fuoco un'intera piattaforma petrolifera, uccidendo tutti coloro che incontra, sgominando i mercenari capitanati da Ronald Lee Ermey, ed infine, in uno squisito contesto di fiamme infernali, Steve brutalizza Michael Caine, fa a fette il futuro Dottor Cox con le pale di un elicottero e fa saltare in aria la sboldra di turno. Grazie Steven, finalmente ricordo perchè ti amo.
Inoltre tengo assolutamente a descrivere brevemente ciò che definisco uno dei momenti più commoventi della storia del cinema: nel bar di fiducia degli operai petroliferi, un autoctono ubriaco viene schernito da dei buzzurri.
Stolti, non sanno che Steven li osserva.
All'ennesima prepotenza l'eroe dei due mondi attacca e massacra l'arrogante leader del gruppo, nel mentre un vecchio cerca di fermare pacificamente Steven. Grave errore, si ritrova il tallone dietro l'orecchio alla velocità della luce. Dopo che Lui ha fatto a pezzi tutti coloro che si frappongono fra lui e la preda, l'arrogante - che ora non è più arrogante - si ritrova fra le macerie del locale con una scarlatta maschera di sangue e con voce rotta dal pianto ringrazia Steven per avergli illuminato la via. Si fotta Hugh Grant e le sue commedie d'amore, George Clooney con il Paradiso Amaro, la drammaticità di Hotel Rwanda, Fellini, Orson Wells, Kurosawa, il Morandini ed il Festival di Cannes: questo è vero cinema, vera emozione, vera introspezione dell'atto violento. Commozione e novantadue minuti di applausi.
Il film poteva finire a questo punto ed avrebbe vinto gli Oscar anche per i musical ed i cartoni animati, purtroppo come ho già detto s'è sciupato continuando. Alla fine della fiera il film ha un ottimo inizio ed una buona fine con un'interminabile parte centrale. Al botteghino fu un flop e la stella di Steven cominciò ad offuscarsi portandolo a girare "Under Siege II: Trappola sulle montagne rocciose", ma devo dire che lo consiglio almeno solo per il super inizio e per schernire Steven che sbazza in mezzo alla Tundra.
<Capitano Ano>
Voto del Club: | |
Qualità Cinematografica: | |
Livello di Marciume: |
Hanno detto:
"E poi si vede che il nostro eroe è un vero ambientalista, altro che marce di protesta, l'unico modo per impedire alle crudeli multinazionali di inquinare e distruggere è far saltare tutto!"
Allen
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